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Mercato, si lascia o si raddoppia?

Mai come quest’anno per l’Udinese si può parlare di emergenza: alla ripresa degli allenamenti Andrea Stramaccioni, dopo aver parlato alla stampa, cercherà di fare il conto dei disponibili. L’unico per il quale c’è...

Monica Valendino

Mai come quest'anno per l'Udinese si può parlare di emergenza: alla ripresa degli allenamenti Andrea Stramaccioni, dopo aver parlato alla stampa, cercherà di fare il conto dei disponibili. L'unico per il quale c'è davvero ottimismo è Totò Di Natale, reduce dall'attacco influenzale che l'ha debilitato a Reggio Emilia, ma che per il Cagliari potrebbe farcela. Per il resto è un bollettino di guerra: Pasquale ce ne avrà per un po', Geijo per due mesi, Pinzi difficilmente recupererà per domenica, Thereau a Reggio aveva chiesto il cambio per una botta rimediata con la Roma, probabile che faccia una settimana di lavoro personalizzato, ma deve stringere i denti, altrimenti ad oggi l'unico vero disponibile è Antonio Vutov, giovane di belle speranze e caratteristiche, ma pur sempre giovane.

La palla è passata alla società, che pe il futuro sta già pianificando tutto, ma mai si sarebbe immaginata che a gennaio dovesse scegliere se proseguire sulla solita linea (arrivo al massimo di giocatori in prospettiva e cessioni di esuberi). Invece c'è in mezzo fino al collo e Stramaccioni a parte fare i miracoli in campo, non può inventarsi i calciatori. Tenendo presente che tra i sopra citati ci sono quelli via per le nazionali: Evangelista, Zapata, Wague, Badu, che solitamente al ritorno per gli allenementi svolti, per la pressione delle competizioni, non sono mai al top. Ricordare l'esempio di Asamoah per capire la preoccupazione di Strama.

Per ora Aguirre e Pavoletti sono i nomi per l'attacco: per il primo c'è anche da convincere l'Empoli, l'ostacolo forse meno difficile, poi c'è da capire che tipo di giocatore sia l'uruguaiano, visto che in Toscana ha giocato una manciata di minuti. Sari è un tecnico bravo, se non l'ha fatto scendere in campo non è per tattiche ostruzionistiche verso una presunta valorizzazione per l'Udinese. Non è sceso in campo perché aveva di meglio. Per cui a Udine più che gente che deve ancora prendere confidenza con la A servono punte formate e con le caratteristiche di Muriel (velocità negli inserimenti, fisicità), e quelle di Geijo (prima punta duttile). Facile a dirsi più difficile a farsi.

Pavoneggi è stato in B un buon giocatore, ma anche per lui vale il discorso di Aguirre: è pronto all'uso? Strama ha bisogno non di rincalzi da mandare in campo negli ultimi dieci minuti, ma di giocatori che si alternino davanti. Se il Sassuolo ha 5 attaccanti così l'Udinese deve capire se vuole fare un campionato da salvezza e basta, oppure spera davvero nella volta di primavera, con un occhio alla Coppa Italia.

Già perché tra Cagliari e Empoli c'è la sfida secca col Napoli in coppa: e Strama cosa fa? Mette in campo i migliori col rischio che la sfiga perseguiti ancora la squadra, o fa altri calcoli leciti a questo punto?

C'è bisogno di un piccolo aiuto, cantano i Pooh, a Udine c'è bisogno di qualcosa di più;: i continui acciacchi di Pinzi tra l'altro mediano), il momento non brillante di Guilherme che paga dazio alla giovane età e agli esordi pimpanti, fa meditare che anche in mezzo urge un innesto formato.

I nomi sono difficile: Niang si scopre che era davvero un obiettivo, ma Inzaghi da quando la notizia è fuoriuscita cosìha fatto? L'ha messo in campo. Risultati per il Milan pochi, ma per il giocatore tanti, visto che ora costa molto più di prima. I giochi di questo mercato sono questi del resto: se un club sa che un altro è in difficoltà non regala nulla, anzi fa lievitare i prezzi. E l'Udinese non appare il tipo di club che fa queste operazioni a meno che non siano davvero valide anche per il prossimo futuro.

Sarà una settimana calda su questo fronte e su quello sportivo: il Cagliari - guarda guarda - arriva a una quasi ultima spiaggia con Zola da ex (dei Pozzo) e col dente avvelenato dicono in Sardegna, perché in estate aveva fatto più che un pensierino all'Udinese. Ma a parte questo il dente c'è l'ha avvelenato perché deve fare punti e qual è l'occasione migliore di sfruttare una Udinese che in casa zoppica e che è martoriata? Ma i tre punti sono non necessari, ma indispensabili perché girare a 26 punti significa fare un passo verso quei famosi 40, che significano poi giocare con scioltezza e poter sperimentare per il futuro, con l'ottavo posto almeno nel mirino (che significherebbe e non altro tabellone principale nella prossima Coppa Italia)..

Insomma la società deve ragionarci su, ma il tempo stringe e se devono arrivare innesti serve muoversi adesso non aspettare gli ultimi giorni, quando a febbraio, oltre all'ambientamento naturale troverebbero un calendario difficilissimo.

Insomma la situazione è questa, senza mezzi termini. Ed è per questo che, come detto, ma i come in questo momento c'è bisogno di tutti: della squadra che stringa ancora di più i denti (ha carattere, ma potrebbe non bastare) alla società che valuti il da farsi e alla gente che capisca che qui la figa non è affatto bendata come la sua omologa.

©Mondoudinese

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