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Muriel, bye bye

Muriel addio: ci sono giocatori che hanno avuto trattamenti di certo meno di favore a Udine, sono stati meno coccolati e sono stati venduti perché alla fine la loro dimensione era altrove. Per Luis l’Udinese ha fatto il possibile per aiutarlo a...

Monica Valendino

Muriel addio: ci sono giocatori che hanno avuto trattamenti di certo meno di favore a Udine, sono stati meno coccolati e sono stati venduti perché alla fine la loro dimensione era altrove. Per Luis l’Udinese ha fatto il possibile per aiutarlo a inserirsi. E lasciateci spezzare una lancia in favore di Guidolin che ha cercato con i suoi metodi, magari bruschi a volte, di farlo crescere. Perché il problema di Muriel a Udine non è mai stato tecnico (basta vedere che perfino Geijo si adatta a giocare con Di Natale), ma piuttosto di maturità. Un giocatore deve accettare critiche, panchina, tribuna, infortuni, insomma tutto quello che può sembrare contro per trarre poi forza, per dimostrare che no, non è così. « Se dicono che sono un campione, vi dimostro che è vero », dovrebbe aver pensato.

Invece no. Bizze fuori dal campo con foto a immortalarlo in vari locali, sempre attorniato dalla sua ‹ truppa ›, quasi un corpo estraneo. Eppure l’Udinese ha provato in tutti i modi ad aiutarlo a crescere. Perché le doti tecniche ci sono, si sono viste poco, ma per quel poco si intuisce che c’è materiale su cui far crescere davvero un campione.

Ci ha provato, come detto Guidolin, ci ha provato il suo staff, ci ha provato Andrea Carnevale, uno che di storie di vita e di calcio ne sa tante. Ci ha provato Di Natale, a modo suo, a dargli i consigli di un campione vero, più che di un capitano graduato. Ci ha provato, infine, Stramaccioni capendo anche lui che questo era un caso complicato.

Se ne va a Genova, dove è rinato Cassano, dove Ferrero vuole costruire una Samp che non faccia rimpiangere quella di Boskov. Auguri, che dire.

Udine non rimpiange nessuno: i friulani vanno comunque avanti sempre e comunque. Non c’è dispiacere se non è ‹ esploso ›, perché la squadra negli scorsi 4 anni ha dimostrato anche senza di lui di essere da Europa. Per tre volte consecutive.

Se si esclude l’exploit di due anni fa il colombiano lascia il Friuli con 65 presenze e 19 gol tra campionato e coppe, di cui 57 presenze e 15 reti in Serie A, undici solo nel finale della prima stagione quando tutti pensavano davvero di aver trovato un fenomeno.

Tanto che la somiglianza con Ronaldo, sia fisicamente sia per movenze, lo avevano fatto ribattezzare proprio il nuovo fenomeno. Ma di Ronaldo ha dimostrato di avere poco, se non la tendenza a infortunarsi e a mettere su chili. Questa è la verità: il suo fisico richiede abnegazione più di quello di altri, quella abnegazione che non ha mai avuto.

Stramaccioni ha detto che quest’anno l’ha trovato deciso, volenteroso. Ma gli infortuni l’hanno bloccato. Fino all’epilogo, che poi è l’ennesimo capitolo di tante lamentele: perché quanto detto poco dopo Natale, dove anticipava l’addio per Genova, è solo la replica di altre manifestazioni di malumore.

L’affare vedremo chi l’avrà fatto. I 12 milioni che si dice incasserà l’Udinese sono decisamente meno di quanto Pozzo avrebbe voluto, ma trattenere un giocatore contro voglia non è nelle corde del club. A Udine gente motivata, o via. Grazie  e arrivederci.

Di certo a Muriel, che con tanta foga ha voluto dare l’addio alle Alpi friulane, ricordiamo solo che in pochi si sono affermati fuori da Udine, anche se qui avevano fatto tanto. Vedi Isla, solo per citare l’ultimo esempio. In percentuale di chi si è veramente affermato qui solo il 10 per cento (lo dicono le statistiche) è stato decisivo anche altrove. Muriel non è masi stato decisivo nemmeno sotto l’arco della tribuna.

Nell’affare se ne va anche Coda: qui il discorso cambia. Non ha trovato spazio, ma la sua professionalità, l’amore sempre dichiarato per la città, fanno solo dire che speriamo che Genova lo illumini finalmente con la lanterna e trovi quella continuità e le fortune che merita come persona.

Le due facce della medaglia di questo affare, le due facce di come si può lasciare una squadra: con eleganza e con la riconoscenza dei friulani per Coda, con l’indifferenza per Muriel.

Vedremo davvero chi ha fatto l’affare, se Ferrero o Pozzo. Di solito il Paròn sbaglia poco: Cuadrado, certo, Angella, ovviamente. Ma sono casi e non paragonabili a Muriel.

Che dire: quello che dicono tutti, che se non ti affermi a Udine che ti coccola come pochi, magari  appare fredda, ma lascia vivere, è dura poi farlo altrove. Chissà che poi Luis non ci smentisca.

©Mondoudinese

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