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Nessun pregiudizio! (Di L. Petiziol)

I giudizi a prescindere non mi sono mai piaciuti e quelli postumi ancora meno. Per la serie “l’avevo detto io”. A Udine succede spesso, tanto per ricordare Guidolin, marchiato alla fine come un bue da macello, offuscati da una stagione...

Lorenzo Petiziol

I giudizi a prescindere non mi sono mai piaciuti e quelli postumi ancora meno. Per la serie “l’avevo detto io”.

A Udine succede spesso, tanto per ricordare Guidolin, marchiato alla fine come un bue da macello, offuscati da una stagione blanda e dimentichi degli anni precedenti con tanto d’ Europa in offerta speciale.

Stessa cosa per Stramaccioni, che pur senza il pedigree del Guido, viene crocifisso sin da gennaio, con netto anticipo sulle scadenze calendariali. Vero è che il campionato non è stato suo alleato, mostrando alcuni limiti e anche errori e proponendo un gioco figlio di Morfeo. Poi ad esonero completato tutti a sostenere che forse un’altra chance avrebbe potuta averla.

Il tifo è fatto così, e passi se elaborato con rispetto, ma il foglio di via di Strama conteneva scorribande verbali inusuali per un tifoso “friulano”.

La squadra di calcio è come un millepiedi. Molto complessa proprio per la sua variegata composizione. Se un piede si azzoppa non se ne accorge nessuno, ma se fra i tanti piedi se ne guastano una decina, il cammino è monco e la colpa non sarà mai di uno. Il colpevole di questo cammino storto dell’Udinese, non è stato solo di Stramaccioni, ma di tanti altri .

E’ bene capire questo concetto che scavalca simpatie e antipatie ma corrobora una analisi seria e leale. Non sono l’avvocato di Strama , ma neppure il suo carnefice. Le colpe vanno suddivise, a cominciare dalla Società, che cavalcando l’alibi dello Stadio, ha inteso offrire al Mister una formazione che miracoli non ne poteva fare, con dei giocatori che non avevano le caratteristiche giuste per sopportare un campionato da protagonisti.

Ora arriva Stefano Colantuono il cui curriculum è già noto a tutti.

Anche nel sito per il quale offro la mia fede bianconera, il referendum di accettazione propende per un netto segno negativo.

Ricordo un paio di episodi che mi riportano indietro di qualche lustro.  Quando dopo l’annata Fedele-Galeone il Paron portò a Udine certo Alberto Zaccheroni, ho ben presente i mugugni e le ironie che giravano sul suo nome.

Avevo a quei tempi la fortuna di conoscere il Zac, che aveva portato in serie B il Venezia di Zamparini e scaraventato fra i professionisti, dal povero Bianchi.  Un illustre sconosciuto le cui massime esperienze calcistiche erano state il Cesenatico il Riccione e il Baracca Lugo.

Quello che fece a Udine il Zac, fra lo scetticismo generale, se lo ricordano tutti. Non solo, in quel periodo, durante una trasmissione “Fuorigioco” che conducevo  su TelePadova ogni domenica sera, nel corso dell’ultima puntata tra gli ospiti c’erano Carlo Piazzolla ds dell’Udinese, Pieraldo dalle Carbonare presidente del Vicenza, l’Avv. Claudio Pasqualin, procuratore e tra gli altri Oliver Bhieroff promesso sposo da Rozzi ,presidente dell’Ascoli, al Vicenza.

Successe di tutto quella sera perché l’Udinese si era intromessa nella trattativa e voleva acquisire le prestazione del tedesco appena retrocesso con l’Ascoli.  La trattative avvenne in diretta televisiva e assunse toni anche piuttosto graffianti tanto che fui costretto a chiamare la pubblicità oltre quello che mi era consentito.

Alla fine Bhieroff approdò a Udine, dove i tifosi lo accolsero con diffidenza visto lo scarno passato, anche se in Italia era stato portato dall’Inter. L’intuizione della dirigenza bianconera, fortunata o meno, portò ai successivi exploit del tedesco che divenne nella stagione successiva anche il pichichi del campionato.

A lui si affiancarono Poggi e Amoroso per il 4-3-3 del Zac che fece sognare il Friuli cogliendo, primo nella storia, l’Europa. Anche i miscredenti si ravvisero, a dimostrazione che la prevenzione è sempre una cattiva consigliera. Giova altresì premettere che il calcio non è scienza esatta, ma certe intuizioni vanno perlomeno rispettate e valutate nel tempo.

Ben venga Mister Colantuono, e insieme a lui quella Società bianconera, capace di oltrepassare gli orizzonti prima degli altri, per garantire solidità di gioco e capacità di riassemblare il tifo bianconero, dato ultimamente per disperso.

 

"Lorenzo Petiziol@mondoudinese.it

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