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Non può sempre piovere

Quando sai che devi scrivere un articolo su una partita, spesso pianifichi già prima quale sarà l’introduzione. Io avevo immaginato una vittoria e un articolo ispirato a una teoria (esiste davvero) a metà fra la scienza e la filosofia per cui...

Monica Valendino

Quando sai che devi scrivere un articolo su una partita, spesso pianifichi già prima quale sarà l’introduzione. Io avevo immaginato una vittoria e un articolo ispirato a una teoria (esiste davvero) a metà fra la scienza e la filosofia per cui le nostre vite, in un’altra dimensione, sono cicli che si ripetono con minimi cambiamenti. Una teoria piuttosto soffocante. Avrei sentenziato che la vittoria sanciva la chiusura di un periodo negativo iniziato al minuto 90 di Udinese Cesena di campionato, per concludersi al minuto 90 di Udinese Cesena di Coppa Italia.

Va te a pensare che sarebbe successo ciò che non ti aspetti… se in campionato venne regalato un rigore al Cesena, ieri sera ci è stato negato un rigore altrettanto netto degli ultimi contro Milan e Chievo. L’arbitro dà e l’arbitro toglie (… ). Ma questa volta la svista è caduta a fagiolo. Perché se la partita fosse finita al novantesimo per 3 a 2 si sarebbe parlato dell’ennesima difesa ballerina e della paura che blocca le gambe dopo il pareggio della squadra romagnola.

Invece i tempi supplementari non hanno pietà, ce la devi fare da solo. E che nessuno della sponda avversaria usi l’alibi dell’espulsione di Volta. Interventi del genere sono da codice penale, altroché cartellino rosso. L’Udinese ha mostrato, in tutti i 120 minuti, ciò che finora non era mai riuscita a far vedere.

Innanzitutto, senza Di Natale in campo, quattrodici (dico QUATTORDICI) tiri verso la porta avversaria non erano mai avvenuti, così come quattro gol tre dei quali da centrocampisti. Finalmente la supremazia territoriale diventa pericolosità sotto porta. E il tutto condito da un errore elementare di Bubnic in marcatura sul cesenate che segna il primo gol dopo tre minuti. Ora, immaginatevi di venire da cinque partite senza una vittoria, mettere dentro tre titolari su undici e subire gol appena iniziata la partita dalla squadra più catenacciara di seria A. Chiunque si demoralizzerebbe. Oppure, pochi si ridesterebbero con rinnovata voglia, cattiveria, forza d’animo. L’ennesimo esperimento di Stramaccioni dà, finalmente, l’esito sperato: mettere in campo una squadra con gli attributi (non mancavano registi o i campioni, mancavano i c…. Fate voi la rima).  Come? Con un ritorno all’antico (il 3511), ma con una variante nella disposizione: Guilherme regista basso e Allan libero di attaccare. Sono quei due, in mix fra loro, che cambiano la partita. Il neo-acquisto fa circolare palla veloce in senso orizzontale e si disimpegna anche in verticale, l’altro brasiliano salta l’uomo che è un piacere e si sente meno compromesso dal ruolo di argine davanti alla difesa.

Le azioni si susseguono, la mentalità è quella giusta. Il secondo gol del Cesena non tragga in inganno. Tolto che probabilmente c’è un fuorigioco che da passivo diventa attivo nel momento in cui un giocatore del Cesena davanti alla linea dei difensori salta per ciccare di testa la palla che arriverà a Succi. Ma il Cesena è poca roba, ha solo la fortuna di azzeccare un azione o due in novanta minuti.

Encomi anche per i singoli. Del duo brasiliano di centrocampo ho già detto, ma Pasquale e lo spagnolo Gejio non sono da meno. Un palo, un assist, un rigore subito e non convalidato oltre che a tante tante sportellate. L’ariete lasciato troppo tempo nel dimenticatoio per fargli espiare la sua principale colpa, l’avere 32 anni, è stato un punto di riferimento importante. Ed è anche tornato il Fernandes che avevamo ammirato l’anno scorso. Il portoghese è importantissimo, non solo per i gol e gli assist, ma anche per l’equilibrio tattico che apporta alla squadra. Avevo già detto, guai a perderlo. Bene, ieri sera ha alzato la mano, presente!

E questa volta va premiato l’allenatore: ottima disposizione, ottimo atteggiamento in campo, due cambi, due gol dai giocatori entrati. Cosa chiedere di più?

Sarà stata la pioggia che ha reso la partita più maschia, sarà stata la voglia di rivalsa e la variante tattica di Stramaccioni, ma questa Udinese è quella che sarebbe bello vedere in campo ogni domenica. Del resto, non può piovere per sempre…

"Giacomo Treppo

©Mondoudinese

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