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Parmacaos: tra inchieste e dubbi, attenti al calcioscommesse

L’incertezza sul futuro del Parma è anche l’incertezza di un campionato e la pochezza di chi lo governa, che non darà mai le dimissioni per una vicenda che doveva controllare. E che rischia di finire di male in peggio. Perché,...

Monica Valendino

L'incertezza sul futuro del Parma è anche l'incertezza di un campionato e la pochezza di chi lo governa, che non darà mai le dimissioni per una vicenda che doveva controllare. E che rischia di finire di male in peggio. Perché, mentre alcune squadre si sono già pronunciate sulle loro posizioni, l'Udinese - giustamente - attende. Vittima anche lei inconsapevole di eventi molto più grandi di quanto uno possa pensare.

Calcioscommesse - Al di là dell'impegno che i giocatori ducali hanno messo a Roma, sul campionato, al di là della regolarità, in situazioni del genere cala l'ombra oscura del calcioscomesse. E' dove c'è povertà che la malavita organizzata ci sguazza, inutile girarci intorno. A quel punto, se mai dovesse materializzarsi quest'ultimo fantasma, chi e come pagherà? Il punto è che i cori sono rotti da tempo ed è impossibile metterli insieme.

La vicenda del Parma mette a confronto anche altri aspetti: i due pesi e le due misure che si usano tra la Serie A e le altre leghe dove un fallimento di questo tipo non avrebbe dubbi sull'esito: esclusione e ripartenza dalla D. IN a c'è Sky, ci sono altre tv, ci sono interessi, ma siamo cert che il gioco valga la candela?

Il Cesena, prossimo avversario dell'Udinese, a questo giornale attraverso il ds Foschi, afferma che è ingiusto che i romagnoli abbiano giocato prendendosi tre squalificati, l'Udinese non ha rischiato nulla. Come dargli eticamente torto?

Fa sorridere che l'Aic decida per 15 minuti di ritardo domenica, in tutta la Serie A, come se spettatori e protagonisti dovessero ragionare in silenzio in una liturgia domenicale che sembra più una farsa che altro.

Intanto da Parma le notizie che arrivano confermano la drammaticità del momento: paradossalmente, come conferma al la Gazzetta di Parma, va avanti Manenti. Lo ripete come un mantra: «Abbiamo un piano per il Parma». Ma avanti andrà soprattutto l'inchiesta. Con in primo piano quel reato di bancarotta fraudolenta che rischia di non far dormire sonni tranquilli a un bel gruppetto di persone, a partire da Tommaso Ghirardi. Perché il buco da quasi 100 milioni (al netto dei crediti) deve trovare delle risposte. Ma ciò che ha già attratto l'attenzione degli investigatori è il passaggio delle quote societarie da Tommaso Ghirardi ai successori. Quella vendita alla Dastraso, società con 1.000 euro di capitale sociale, e poi l'acquisizione da parte di Manenti. Uno snodo cruciale dell'inchiesta, coordinata dai pm Amara, Ausiello, Dal Monte e portata avanti dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza.

Aggiungiamo noi una coincidenza: Manenti aveva interessi a Nova Gorica, Gherardi aveva comprato il Nova Gorica, oltre che 200 giocatori circa da mantenere. Voi credete, naturalmente, alle coincidenze vero?

Ma torniamo a quel 19 dicembre 2014. E' un foglio striminzito presentato in conferenza stampa dal neo nominato presidente, Fabio Giordano, a fare testo (per ora). Poche righe, sottoscritte dal no- taio Giovanni Posio di Brescia, per certificare che la Dastraso Holdings, con sede a Cipro, ha comprato da Ghirardi, in qualità di amministratore unico della Pasfin srl e di procuratore speciale delle so- cietà Carpine, La Leonessa, Tg Fi- nim e di Gabriella Pasotti (la madre dell'imprenditore bresciano), il 65,55% della Eventi Sportivi, la controllante del Parma Football Club. Il costo complessivo? 8.651.100 euro, considerando che ogni azione è stata pagata 1 euro.

Traducendo: la Dastraso, società costituita ad hoc poco tempo prima e con un capitale sociale ridicolo, spende tutti quei milioni per diventare proprietaria di un carrozzone pieno di debiti. Per- ché? E' vero che la holding cipriota ha investito tutto quel denaro? Ma, soprattutto, quel passaggio di proprietà è realmente avvenuto? E' questa la domanda che si stanno facendo gli investigatori. Certo, c'è la firma del notaio che attesta quell'acquisto, ma se a capo della Dastraso, all'oscuro dello stesso Posio, ci fossero stati solo dei prestanome? Così da Parma, mentre in Italia si discute.

Ma tutto questo è solo l'ennesima dimostrazione di come va avanti questo Paese, forte con deboli e debole con i forti: con uniche vittime i cittadini, e in questo caso le persone che lavoravano per il Parma e i suoi tifosi.

"©Mondoudinese

 

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