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Perché l’Udinese deve contare sui 3 punti col Parma

L’Udinese non deve pensare di avere i tre punti di Parma già in tasca, guai ad abbassare la guardia, soprattutto se – per caso – si decidesse davvero di far rigiocare la gara. I ducali a qual punto giocherebbero con una rabbia e...

Monica Valendino

L'Udinese non deve pensare di avere i tre punti di Parma già in tasca, guai ad abbassare la guardia, soprattutto se - per caso - si decidesse davvero di far rigiocare la gara. I ducali a qual punto giocherebbero con una rabbia e una voglia di mettersi in mostra che potrebbe mettere in crisi chiunque. Per questo a Cesena Stramaccioni pretende i tre punti, sa bene che la situazione è più che fluida in Emilia. Ma tra le nebbie padane non sembra uscire nulla di buono.

Ieri seconda visita nel giro di una settimana per gli ufficiali giudiziari al centro sportivo di Collecchio: stavolta, dopo il sequestro di alcuni mezzi nei giorni scorsi, i tecnici del tribunale hanno pignorato tutte le attrezzature medicali di servizio alla palestra della prima squadra e qualche macchinario, che però è stato soltanto “catalogato” e non portato via, per un valore com- plessivo di circa 500mila euro. Niente carro attrezzi ma risulta comunque emblematica l’im- magine del furgoncino bianco che alle 10,30 in punto ha abbandonato la struttura mentre gli ufficiali erano rientrati in palestra a far la conta del materiale. L’ennesima grana, come ha sottolineato la Gazzetta di Parma, che mette in luce un buco che solo qualcuno vuole coprire per non svelare la faccia. Sì, perché i responsabili del crack sono i dirigenti che hanno portato il Parma a questo secondo fallimento (di fatto) nel giro di dieci anni, ma anche chi non ha controllato e questi hanno nomi e cognomi. Oggi sperano di fare qualcosa, magari riuscendo a mettere la mascherina d'ossigeno al club ducale, per poi magari farlo scivolare in Serie D.

Una beffa nella beffa. Comunque la situazione si è ingarbugliata dopo che è stato confermato che solo il 19 marzo si andrà in tribunale per il fallimento. Troppo tempo, le prossime tre partite non solo sono a rischio, ma la logica dice che se non si ha i soldi per giocare in casa come si fa ad andare in trasferta? Fa perfino tenerezza l'idea di Lucarelli di pagare da soli la carovana permettendo così di giocare, ma alla prossima in casa si tornerebbe punto e a capo. Sempre che poi, il Parma abbia almeno i medicinali per giocare, visto quanto successo. Nel senso che bende, garze, spray, insomma anche le cose basilari sembrano poter essere messe in discussione.

Per questo se da una parte Tavecchio prima annuncia, poi inizia già a sminuire, l'idea di salvare il Parma è tutta da verificare: una squadra già di fatto salvata anni fa da un crack, può essere salvata due volte? In Italia tutto può accadere, ma comunque rimarrebbe anche l'affronto verso tutte quelle squadre, grandi e piccole che hanno pagato. Certo l'esclusione dal campionato di A non è mai successo e alle tv la cosa non piace perché qualcuno dovrebbe ritornare i soldi delle mancate partite da mandare in onda. E non sono spiccioli.

Ma se c'è una giustizia, al di là del dispiacere umano e della massima solidarietà ai dipendenti del Parma, ai loro familiari, ai giocatori, all'indotto, si deve capire che l'Italia deve smettere di essere il Paese dei Cachi. Se una regola c'è va rispettata, si parli di serie A o di altro. Quante aziende piccole sono dovute fallire perché né politici né altri si sono mosso per salvare i dipendenti e il lavoro?

Insomma si faccia in modo che il calcio non rimanga un'isola a sé, che si faccia giustizia, costi quel che costi. E questo significa tre punti all'Udinese e alle squadre che devono da oggi giocare contro il Parma. A qualche squadra non va bene (vedi Roma)? Le regole sono tate scritte prima e condivise da tutta la Lega, ci pare, altrimenti sarebbero state diverse. Per cui ognuno pianga i propri mali, perché è vittima di sé stesso.

"©Mondoudinese

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