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Brexit, Regno Unito ancora nel caos: il bivio per Gino Pozzo

Il Regno Unito ha scelto di uscire dall'Europa, am ancora non c'è accordo con l'UE. Al di là dello storico voto politico, anche il calcio cambierà. Per l'Inghilterra, senza un accordo sulle dogane merci e persone i giocatori Ue sono di fatto...

Redazione

Il Regno Unito esce dall'Unione Europea, il terremoto non è solo politico, ma anche calcistico. Anche se ad oggi il vero terremoto è il casino che regna nel Regno a causa delle indecisioni politiche che ancora non hanno permesso di trovare un accordo con la UE: Le dogane merci e persone, il confine irlandese sono nodi che la May non sembra in grado di sciogliere. E senza accordo  La Gran Bretagna diverrà uno scoglio isolato in mezzo all'Atlantico, voglia o non voglia. In quel caso i giocatori provenenti dal Vecchio Continenete (ma per i britannici solo dal continente) saranno a tutti gli effetti stranieri al pari degli extracomunitari.

La FA, la Football Association, aveva auspicato un'uscita dall'Europa "soft" proprio per salvaguardare i vivai, infestati oramai da innesti da tutte le parti del mondo. Ma il terremoto riguarda anche Gino Pozzo, che per ora non pare preoccuparsene, almeno  parole.

COSA CAMBIA NELLO SPECIFICO Secondo un’indagine condotta dalla BBC, potrebbero essere 122 i giocatori attualmente tesserati per società di Premier che vedrebbero messo seriamente in discussione il loro futuro professionale in Inghilterra. Sia la Federazione sia il Ministero dell’Interno hanno inasprito i requisiti necessari ai calciatori extra Ue per ottenere un ingaggio. Per le nazioni extra-Ue che rientrano tra le prime dieci del ranking FIFA (tra le europee oggi Belgio, Germania, Spagna, Portogallo e Austria, ma non Italia) il giocatore deve avere disputato almeno il 30% delle partite della sua nazionale negli ultimi due anni. Percentuale che sale al 45 per quelle comprese tra l’undicesimo e il ventesimo posto. E l’Italia, dodicesima, per l'appunto oggi rientra in questa fascia.

Ma senza accordo sarà l'Articolo 19 della Fifa a far tremare i polsi a più di qualche magnate calcistico, ovvero la norma che vieta i trasferimenti internazionali di giocatori di età inferiore ai 18 anni e che però non si applica per quei giocatori fra i 16 e i 18 anni che vengono trasferiti all'interno dell'Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo (SEE).

IL WATFORD è tra le squadre più colpite dall'uscita avendo molti stranieri e "giocando" di scambi con l'Udinese che a quel punto sarebbe una società extracomunitaria. Il cambiamento, certo, non sarà immediato, sia chiaro, ci saranno altre trattivi che coinvolgeranno la FA e la Uefa, che forse troveranno accordi più facilmente che tra la May e Junker. Ma di fatto se l'UK starà fuori senza accordi politici il calcio dovrà adeguarsi in gran parte, piccole scappatoie a parte.

LA PREMIER, infatti, potrebbe tentare una via autonoma in certi casi per gli stranieri, ma comunque dovrà sempre scontrarsi con la FA che inizierà da subito a optare per il protezionismo, soprattutto partendo dalle leghe minori.

GINO POZZO è chiamato ora a una scelta: il Watford ha vissuto anche grazie ai passaggi di giocatori dall'Udinese (e prima dal Granada) e a un regime fiscale agevolato che cambierà, ovviamente, con l'uscita dall'UE senza accordo e con i dazi che peseranno come mannaie anche sul calcio. Ma gli Hornets rimangono  comunque il fiore all'occhiello della Holding, e difficilmente tra l'Udinese e le Cavallette sceglierà la prima a nostro avviso. Perché Brexit o meno la Premier sarà sempre fonte di grandi ricavi, anche se la Sterlina subirà una netta svalutazione. Ma il fascino e la ricchezza del campionato oggi più bello del mondo sono sostenuti da investimenti che vanno al di là della dialettica e delle scelte politiche.

Oggi è prematuro parlare di tutto questo. Aspettiamo di capire se il casino in Albione si tramuterà in un accordo stile norvegese, con gli scandinavi di fatto fuori dall'UE, ma dentro i patti commerciali. Il terremoto altrimenti rischierebbe di travolgere anche l'Udinese e il suo "progetto".

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