Ci sono media (e di seguito anche tifosi) che analizzano la situazione dell'Udinese sfruttando il momento. Stramaccioni i da eroe è passato come Oronzo Canà ad altro, per tornare eroe quando con Juve, Napoli in coppa o anche solo con la Roma in casa (ma anche in altre occasioni), ha sfoggiato le sue abilità. Oggi molti cavalcano il momento mettendo ulteriore zizzania, facendo credere che tutti i tifosi sono contro il tecnico (se è vero che c'è qualche fischio è altrettanto vero che altri sono indirizzati al club, per esempio). Normale che ci siano, poi, fischi se le cose non vanno bene, ma qui qualcuno si è dimenticato di scrivere o di dire che il campionato, nonostante l'amarezza di Cesena e della gara con la Lazio, è in linea con i programmi.
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Stramaccioni saldamente in sella alla faccia dei gufi. Piuttosto sono altri a rischiare…
Ci sono media (e di seguito anche tifosi) che analizzano la situazione dell’Udinese sfruttando il momento. Stramaccioni i da eroe è passato come Oronzo Canà ad altro, per tornare eroe quando con Juve, Napoli in coppa o anche solo con la...
Per questo, ma non solo, Andrea Stramaccioni è saldo sulla panchina bianconera. Piuttosto, se malauguratamente le cose no dovessero raddrizzarsi già col Torino, hanno altre figure da redarguire e, se proprio non si arriva al risultato, a tagliare.
Inutile girarci attorno: l'abbiamo già detto. Quando da una parte si alza l'asticella, dando così all'allenatore la possibilità di lavorare su un futuro certo (con un giocatore da vendere per esigenze di bilancio e al massimo una cessione per chi proprio a Udine non vuole rimanere), dall'altra si è iniziato a parlare di mercato in maniera anche troppo eloquente. Qualcuno si è detto pronto a sedersi a un tavolo, fissando anche i prezzi dei quattro (perché tanti sono i bianconeri appetiti), richiesti di qua e di là. Peccato che hanno fatto i conti senza l'oste (che fissa il prezzo e decide se il prodotto è in vendita), ma con la complicità dei procuratori hanno messo in testa a qualcuno che stadio, nuove ambizioni, nuovo progetto, non valgono nulla rispetto ai miraggi di ingaggi da favola e grandi club (quali siano, oltre alla Juve e, forse, alla Roma e alla Fiorentina) i grandi club oggi in Italia è tutto da verificare. Guarda guarda, tutte queste parole sono uscite quando la squadra aveva iniziato a prendere sicurezza di sé, quando - episodi a parte - aveva messo sotto Napoli in Copa, Roma e Juve. Vincendo a Empoli e a Milano con l'Inter. Insomma quando si iniziava a intravedere la mano del tecnico e la sua bravura.
Questo Pozzo lo sa, tanto che Stramaccioni ha la piena fiducia e per quest'anno e il prossimo sarà il condottiero dell'Udinese. Chi deve temere sono altri, perché per costruire il nuovo progetto serve una gerarchia chiara e che deve svolgere solo determinati compiti. Chi deve stare vicino alla squadra e al tecnico, chi deve occuparsi di cose gestionali, chi deve fare semplicemente quello che gli dice Pozzo.
Purtroppo quest'anno si è fatto quello che si è fatto per anni, questo è il problema: e, se credete alle coincidenze, i quattro che hanno sofferto di più le voci (e i procuratori) sono Heurtaux, Badu, Allan, Widmer, ovvero quelli che nelle ultime partite sono venuti meno. Un caso? Noi propendiamo per il no.
Un allenatore cosa può fare in questi casi? Poco, Strama con Deki sbraitano, urlano in faccia che la maglia conta più di tutto, ma loro da soli non possono fare di più, anche perché esclusioni eccellenti indebolirebbero solamente una squadra non di certo eccelsa. Suvvia, serve solo compattezza di intenti, per questo Pozzo ha tuonato e mandato tutti in ritiro. Non per compattare una squadra già unita, dove i senatori hanno capito bene la situazione ed anzi la loro assenza a causa di infortuni si sente. Non tanto in campo, dove c'è in atto una rivoluzione generazionale normale, ma fuori, nella quotidianità.
I fischi? Come già detto Udine è avvezza. Li hanno provati tutti, non per questo poi si sono tramutati in applausi. E quando Strama è stato beccato per aver sostituito Thereau con la Lazio, forse qualcuno invece di cavalcare la cosa senza dare spiegazioni bastava che sottolineasse che da settimane il francese non è al top.
Lo abbiamo scritto anche col Cesena, dove ha stretto i denti, il risultato è stato non di certo positivo, ma Strama aveva solo giovani da lanciare oppure cambiar assetto. Certo col senno di poi poteva farlo, come poteva forse inserire prima Kone, ma è facile oggi parlare di questo, che comunque è un aspetto tecnico che non incide nulla sul resto.
A Udine se la società non si compatta con il suo allenatore anche a parole (di fatto lo fa già, tanto che la prossima stagione è già in cantiere, anche se prima tutti vogliono la sicurezza dei 40 punti), evitando di parlare di mercato, Strama da solo può poco.
Per cui gli opportunisti per caso si mettano il cuore in pace: perché se fosse l'allenatore il problema nato a Udine, Pozzo, statene certi l'avrebbe già capito e avrebbe agito di conseguenza, ma evidentemente l'informazione è figlia di altre logiche oggi come oggi, lo si vede a livello nazionale. Chi ha visto un po' di anni di calcio sa che è questa la soluzione quando si hanno le idee chiare su cosa non va. Invece quando ci sono i problemi sopra elencati è più difficile, ma non è detto che Pozzo, che crede davvero a quello che dice, non faccia saltare qualcun altro prima della fine del campionato per andare avanti e far capire chi ha il bastone del comando.
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