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Udinese: Aia!

La storia dell’Udinese è funestata di ingiustizie. Inutile piangersi addosso, sia ben chiaro: i friulani vanno a testa alta sempre e comunque. Però, così, tanto per far conoscere la storia alle generazioni più giovani facciamo una...

Monica Valendino

La storia dell'Udinese è funestata di ingiustizie. Inutile piangersi addosso, sia ben chiaro: i friulani vanno a testa alta sempre e comunque. Però, così, tanto per far conoscere la storia alle generazioni più giovani facciamo una carrellata di quanto accaduto a questo club che chiamano 'simpatia', m a forse qualcuno lo fa a denti stretti per invidia. 

Agli albori del calcio tutti sanno che i bianconeri hanno vinto un titolo mai riconosciuto perché non era stata fondata la Figc: darlo a posteriori sarebbe stato giusto, non crediamo avrebbe provocato scossoni tra i parrucconi che compilano l'albo d'oro e non avrebbe creato precedenti.

Nel 1995, arrivata a un soffio dalla scudetto, si trova retrocessa per fatti mai provati di due anni prima: è l'inizio della fine del ciclo Bruseschi.

Poi si passa a Zico. Il 12 maggio ‘85 Maradona fece la prova generale del gol mondiale di mano all’Inghilterra, segnando il 2-2 del Napoli e guardando Pirandola con faccia d’angelo. Zico pare gli disse: “Se sei un uomo onesto, confessa all’arbitro che hai segnato con la mano”.Dieguito si mise sull’attenti replicando: “Sono Diego Armando Maradona”. Alla fine della stagione Zico venne accusato di evasione fiscale, per Maradona solo elogi, l'Udinese cambiò da lì a poco proprietà.

Pairetto allora arbitro, (poi designatore indovinate in che periodo?),  sempre in un Udinese–Napoli diede talmente tanti minuti di recupero che anche in quell’occasione alla fine fu 2-2, tra polemiche tutte bianconere. Anche allora nessuno ammise semplicemente ciò che è umano: “Ho sbagliato, scusate”.

Ma nel mondo del calcio, dove tutto deve essere bello e perfetto, guai a pentirsi. Tanto che per arrivare alle pene (?) inflitte per “Calciopoli” si è dovuto ricorrere alle intercettazioni. Ci piacerebbe sapere  ancora cosa ha detto Ayroldi  ai suoi amici dopo Genoa-Udinese, dialogo che non s'aveva da fare perché il regolamento lo vietava. Dopo l'errore ridi con gli amici?  Pare che nel tunnel del Ferraris, Ayroldi abbia detto ai dirigenti bianconeri: “Io ho visto tutto”.  Del resto loro sono supremen, vedono tutto anche dove l'occhio divino non arriva e la dea bendata, in quanto tale, no può far nulla.

Questo mondo, si dice,  o lo accettiamo o lo rinneghiamo. Ma come fare a fidarsi dopo  i tre “vaffa” di Totti a Rizzoli in Udinese–Roma 1-3, dove il pupone ne uscì candido come un fiocco di neve, mentre l’Udinese col fegato ancora una volta eroso. E Rizzoli arbitra ancora.

Così come ha fatto Cesari dopo non aver visto (anche a lui avremmo consigliato la stessa marca di lenti, ovviamente) quel gol di Bierhoff in Juve–Udinese del 1998 che avrebbe potuto cambiare il corso della storia, e invece ha potuto solo far logorare ancora un po’ il povero fegato, che ne ha dovute subire molte. Pensiamo a “sciagura Tombolini” o a Palanca, che sempre in un Udinese–Juve espulse Pinzi un po’ con la stessa superficialità di Ayroldi nei confronti di Sanchez. E, guarda caso, la Juve vinse con un gol dubbio di Trezeguet. Questione di punti di vista o di svista, a seconda di come la si voglia vedere, o non vedere. Perché se i tifosi bianconeri hanno bisogno di un bravo epatologo, qualcun altro ha bisogno di una visita oftalmica.

Valeri, Guida, Orsato, Ghersini sono gli ultimi esempi in un anno che per molti puzza così di bruciato che è difficile non sentirne l'odore acre.

L'Udinese del resto è già stata mazzata dopo il cambio di regole sulle comproprietà (all'inizio sembrava esserci un accordo), poi ha votato Tavecchio (non sappiamo quanto convinta) e il grande vecchio del calcio ha varato una serie di riforme che danneggiano club proprio come quello bianconero. Ma nonostante questo la struttura è così forte che non si fa trovare impreparata, come altre grandi o presunte tali del campionato. Però non può nulla contro la volontà - involontaria ovviamente - della classe arbitrale, sulla quale da sempre chiediamo: sorteggio integrale, nomina dell'arbitro solo la sera prima della gara, professionismo e Aia staccata dalla Figc., in attesa che venga fatta una riforma sulla tecnologia, ma iniziamo a dubitare, chissà perché...

Altro che dolori, qui c'è da gridare Aia, ma perché il male che fanno è enorme. Provate a immaginare, al di là del passato, quest'anno con 33 punti e un quarti di Coppa Italia come sarebbe il giudizio complessivo sulla squadra di Andrea Copperfield.

©Mondoudinese

 

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