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Udinese, ecco perché i tre punti col Parma sono dovuti. Ducali, accusa di bancarotta fraudolenta

La situazione del Parma è tra il paradossale, il drammatico e il comico. Paradossale perché i controllori che non dovevano ammetterla al campionato dov’erano quando erano da fare i controlli, dopo che la Uefa aveva già detto no...

Monica Valendino

La situazione del Parma è tra il paradossale, il drammatico e il comico. Paradossale perché i controllori che non dovevano ammetterla al campionato dov'erano quando erano da fare i controlli, dopo che la Uefa aveva già detto no all'iscrizione all'Europa League? Oggi qualcuno tenta  di salvare la faccia, ma comunque dovrebbe dare le dimissioni. Comico perché ad ogni parola di Manenti o Gherardi sembra di assistere a una commedia buffa. Drammatica, perché non c'è nulla da ridere, specie per quei dipendenti e quell'indotto che col Parma viveva. 

Premesso questo continuiamo a batterci perché giustizia sia ordinaria, sia sportiva venga fatta: tre punti all'Udinese e Parma escluso dal campionato. E' ridicolo che dopo che, giorno dopo giorno, tolgono pezzi allo stadio (si arriverà perfino  non riuscire ad avere il gesso per segnare le linee), si pensi ad aiuto a fondo perduto. E, poi, diciamolo a parte ai vertici e a qualche presidente furbetto e onnipresente, a molto non fa di certo comodo questa situazione dove i rischi sono alti per le proprie squadre e tre punti fanno comodo. Inoltre provate a pensare se in un ipotetico recupero della gara con l'Udinese malauguratamente l'Udinese perda per un episodio o perda un paio di giocatori per infortunio: fa parte del gioco, d'accordo, ma qui non si tratta più di gioco.

Perché i ducali, questa è la novità,  vivono, come riporta la Gazzetta di Parma, la controffensiva: la procura ha aperto l'inchiesta per bancarotta fraudolenta. Anche chi guarda con occhio distratto (o annoiato) qualche scampolo di partita avrebbe potuto scommetterci. Adesso, però, c'è un fascicolo con tanto di ipotesi di reato per ten- tare di capire come si è creata quella voragine da quasi 100 milioni netti.

I magistrati non si lasciano sfuggire nulla. Si sa, però, che al momento non ci sono nomi sul registro degli indagati. Come sottolinea qualche investigatore, infatti, bisognerà prima almeno in parte chiarire ruoli e responsabilità della vecchia gestione e degli ultimi mesi, con i vorticosi pas- saggi di proprietà. Facile capire verso chi è indirizzata l'accusa.

E che dalle parti di Collecchio si sia sull'orlo del precipizio ci sono ben pochi dubbi. I pignoramenti proseguono, con buona pace di Manenti. Così come in tribunale continuano ad arrivare richieste di decreti ingiuntivi. Ma alla pr cura è bastato dare un'occhiata al maxi buco del Parma calcio con lo Stato per poter convincersi dello stato di insolvenza e dare il via all'inchiesta per bancarotta frau- dolenta. Lo stesso debito che nei giorni scorsi ha spinto i pm Amata, Ausiello e Dal Monte a presentare la richiesta di fallimento.

In particolare, considerando l'ultimo bilancio, al 30 giugno 2014 i debiti tributari della società di cal- cio ammontavano a 16.746.682 euro, quasi cinque in più rispetto all'anno precedente. E negli ultimi otto mesi è probabile che la som- ma sia ulteriormente aumentata. Il Parma calcio deve versare al Fi- sco 8.443.982 euro di trattenute sulle buste paga dei dipendenti, altri 565.559 euro da trattenute sui compensi girati ai lavoratori au- tonomi e 520.827 da quelle sulle prestazioni dei vari collaboratori. Ma anche la voce Irap non scherza: 7.218.189 euro da sborsare. E il lungo elenco di conti che non tor- nano non è finito: nell'ultimo bi- lancio compare anche un debito di 1.032.000 euro verso istituti di pre- videnza, per circa la metà verso l’Enpals, la cassa dei calciatori. Collegata, poi, alla situazione del Parma calcio c'è quella della conball Club per oltre 33 milioni, ma allo stesso tempo ha accumulato debiti tributari per 25.511.671 euro. Ci sono stati anche accordi di rateizzazione con il Fisco, ma i debiti non sono certo stati saldati.

Insomma se oggi si è arrivati a quasi 100 milioni di crack è perfino ovvio che dietro ci sia un'inchiesta di bancarotta fraudolenta. Ed essendo stato salvato già una volta, il Parma, ai tempi di Tanzi, ci pare proprio che una società fallita e slavata con quel decreto salva calcio firmato Berlusconi, oggi non possa essere riproposto per uno stesso club.

Per questo l'Udinese deve ottenere i tre punti: non è essere di parte, avremmo preferito vedere i vostri combattere col coltello tra i denti e vincere, ma la realtà è questa. Regolarità del campionato? Suvvia, quale regolarità? I giocatori, finito l'impegno a ridosso del mercato o dei giorni seguenti, capito che nessuno li ingaggerà quest'anno e per il prossimo sarà dura trattare gli ingaggi attuali, hanno il morale sotto i tacchetti, il loro impegno fin qui encomiabile quanto potrà durare? E soprattutto quanto peserà pensare a un ipotetico infortunio da evitare, piuttosto che a una società di fatto già da Serie C se tutto va bene?

©Mondoudinese

 

 

 

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