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Udinese, giorni infiniti

Sono giorni i lunghi, infiniti in casa Udinese: si sfoglia la margherita per scegliere l'allenatore sapendo che sbagliare significherebbe rischiare grosso

Monica Valendino

L'avevamo paventato già alla vigilia della sfida contro il Genoa: l'Udinese spera di convincere Luca Gotti a rimanere. I consigli che arrivano da addetti ai lavori e dai tifosi sono forti, ma pare che sia soprattutto lo spogliatoio a volere l'attuale vice in pectore a governare una rosa che, ricordiamolo sempre, solo tre anni fa Paron Pozzo definiva già "difficile". Colpa come sempre detto di tanti stranieri, troppi procuratori, infinite voci di mercato (oggi già si riparla di De Paul via a gennaio, anche se lo riteniamo improbabile), senza dimenticare che la squadra è stata costruita per un 3-5-2 con tanti doppioni in avanti e poche alternative sulle fasce (decisive pe ala riuscita del modulo) e con troppi centrocampisti sullo stello livello.

I problemi non sono risolti, per questo serve una scelta,lta ponderata e logica. andare contro i consigli potrebbe diventare un boomerang. Come ci ha detto l'ex DG Carlo Piazzolla, uno che conosce bene Gino Pozzo, sbagliare tecnico oggi potrebbe anche significare rischio retrocessione. Del resto la Spal, ultima dopo la sconfitta con la Samp, dista solo sei punti e c'è lo scontro diretto a Udine domenica.

Già: proprio questo aspetto sta convincendo la dirigenza bianconera a dare tempo a Gotti. Dirigere la squadra fino a questo appuntamento per prepararlo al meglio conoscendo problemi e soluzioni e sapendo che ha la squadra dalla sua. Vincere contro la Spal significherebbe allontanarsi dalla zona rossa in attesa delle sfide complicate di dicembre, dove l'Udinese deve affrontare ancora Napoli, Juve e Lazio. Ma prima e appena dopo la sosta c'è anche la Samp a Genova: come dire, se si fa il poker in queste partite una buona fetta di salvezza è messa nel c assetto anche se il campionato dice di andare cauti, visto che squadre materasso non ci sono e alcune devono ancora iniziare esprimere le proprie potenzialità. Qualcuno obietterà che pure l'Udinese deve far vedere di che pasta è fatta: vero, ma per questo serve un timoniere capace.

Innanzi tutto serve trovare una coppia gol fissa facendo capire a chi sta fuori che non ci sono pregiudizi. Serve trovare continuità a De Paul, dandogli la possibilità di esprimere il potenziale offensivo senza preoccuparsi troppo di dover coprire gli spazi lasciati liberi dietro, che a volte divengono praterie. Sono questi i punti focali per il futuro e serve qualcuno che sappia anche fare da psicologo, perché se la squadra non  rema contro è anche vero che i malumori sono evidenti perché stare fuori quando i compagni perdono diventa difficile da digerire. In terza categoria come in Serie A.

Ora le riflessioni quindi: Carrera piace sempre, è stato vice di Conte e ha una preparazione che non è ancora venuta fuori in Italia. Di Biagio è uno di personalità non come Gattuso ma forse uno che preferisce usare il suo carattere con i giovani dove imporsi è più facile. Colantuono è l'ultimo desiderio in Friuli, il club no n può non tenerne conto. Longo è il nome nuovo, ma forse non desta troppo entusiasmo, come non lo destava Nicola: non si mette in discussione la bravura, ma l'adattamento a una piazza come Udine. Zenga piace, ma non troppo. Poi Guidolin che rimane un sogno, inutile girarci attorno.

Sono giorni di riflessione a Udine, giorni delicati perché da qui si deciderà il futuro. Che è immediato visto che la Spal incombe, ma anche lontano pecche serve mettere finalmente le basi per un  progetto duraturo. Fare concorrenza ai record del friulano Zamparini non sembra il tipo di primati che fanno felici tifosi e nemmeno giocatori. Per non parlare dei tecnici...

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