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Udinese: i tre punti dovuti dal Parma cambierebbero molte prospettive. E giustizia sarebbe fatta

La situazione del Parma sta minandola credibilità del campionato e mette nevrosi tra i presidenti che hanno tutta l’intenzione di avere giustizia, ottenendo l’esclusione della società dal campionato e i tre punti. Non si tratta di...

Monica Valendino

La situazione del Parma sta minandola credibilità del campionato e mette nevrosi tra i presidenti che hanno tutta l'intenzione di avere giustizia, ottenendo l'esclusione della società dal campionato e i tre punti. Non si tratta di opportunismo, ma di regole fatte rispettare. A tutti, sia chiaro, dispiace per i tifosi, per la città e soprattutto per quei dipendenti da 1000 euro al mese. Ma come per ogni fallimento ci sono anche gli ammortizzatori sociali, qualcosa per loro più che per il Parma andrebbe proposto se proprio si vuole essere corretti e giusti.

Intanto la situazione pesa sulla classifica: tra la parte sinistra e quella destra dove si trova l'Udinese, ci sono quei tre punti che porrebbero i bianconeri vicini alla compagnia di squadre come Milan, Palermo e Inter, che forse farebbero vedere le cose a Udine con meno autolesionismo.

Ma per arrivare all'esclusione del Parma serve coraggio. E uomini che sappiano prendere decisioni e dare dimissioni, perché se le colpe del Parma hanno nomi e cognomi, anche chi l'ha iscritta senza avere garanzie veritiere ha facce ben conosciute.

Poi ci sono le televisioni che hanno sborsato (tanto) per avere i diritti su venti squadre. Chi le rimborsa in caso di richiesta di risarcimento? Ovviamente anche qui nomi e cognomi sono chiari, ma serve che l'Italia del calcio si diversifichi da quella solita che tutti conoscono.

Inutile parlare, sbraitare come un commediante che non significa nulla, se poi, dietro le quinte si fa gli agnellini.

La situazione dei ducali, raccontata quotidianamente dalla Gazzetta di Parma è chiara come il sole:  mentre ilsindaco Pizzarotti ha rifatto i conti del debito del Par-ma nei confronti del Comune e, tra venerdì e sabato, ha raddoppiato pari pari l'ammontare (passato a 1 milione e 400 mila euro), ha destato ulteriore preoccupazione la notizia del distacco dell'energia elettrica allo stadio Tardini. Il contatore in questione sarebbe secondario e, così rimanendo le cose, lo stadio potrebbe tranquillamente ospitare Parma-Atalanta, anche è presente un gruppo elettrogeno che può coprire fino al 70% del fabbisogno in una gara diurna. Ma ci sono dubbi anche su questo, perché comunque non è questo il vero problema.

Gli arredi pignorati negli spogliatoi poi pare non fossero negli spogliatoi delle squadre o degli arbitri, che restano dunque uti- lizzabili. Permane il problema della liquidità per fronteggiare le spese correnti. Tutti quei fornitori infatti che per anni hanno chiuso occhi e orecchie davanti ai ritardi nei pagamenti, ora che è crollato il muro dell'«omertà» pretendono di essere pagati in anticipo. E' successo così anche quando si era fatto spalare la neve prima di Parma-Chievo poi rinviata. Quindi potrebbero diventare un problema le pulizie, ma bazzicando tanti stadi in questi anni abbiamo constatato personalmente che questa voce non è esattamente in testa alle priorità neppure di altri club che non sono in default.

Quella che inizia oggi sarà un'altra settimana di fuoco: c'è appunto da provare a far giocare la squadra contro l'Atalanta. Per oggi il sindaco ha annunciato un primo incontro. Dopo la «spa- rata» impulsiva della chiusura del Tardini ci dovrà essere l'immediata riapertura, con o senza Manenti. Lo stesso sindaco poi ha preannunciato un summit con Tommasi, il presidente del l'Assocalciatori. Ma l'appuntamento di gran lunga più importante sarà quello di venerdì a Milano: l'assemblea di Lega dovrà infatti decidere come affrontare il caso-Parma. I calciatori crociati, ormai è chiaro, al di là della nobile e legittima battaglia morale tengono il coltello per il manico anche sul piano economico. «Volete che finiamo il campionato per garantirne la regolarità ed evi- tare cause con maxi risarcimenti da parte di televisioni e allibratori? Allora mano al portafogli». 

E nessuno sembra volere mettere mano ai soldi: né la Lega né eventuali compratori,  che ovviamente non hanno nessun interesse oggi a fare i benefattori divini accollandosi un debito stratosferico.

La soluzione è eliminare il Parma dal campionato, lo scriviamo da tempo: il tempo degli aiuti alle aziende che falliscono in Italia deve finire. Un malcostume che ha portato soldi buttati per nulla. IL Parma viene già da un fallimento, non può e non deve salvarsi a un secondo. Il campionato è comunque già falsato. per cui si stacchi la spina e si conceda i tre punti a chi ne ha diritto. Poi si cambi anche questo regolamento per il futuro. Non bastano controlli, ovvi, più seri. Serve che se mai succederà un caso analogo in qualunque serie tutte le squadre devono vedersi togliere (o dare, è uguale) tre punti. Il fatto che li si conceda solo a chi deve ancora giocare contro i ducali, con rinvii che fanno solo venire più dubbi è qualcosa di paradossale, quasi tragico come la situazione del club.

©Mondoudinese

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