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Udinese: poca qualità e concretezza, così non basta

Giacomo Angelin

La tensione che si è vista negli ultimi minuti è figlia del nervosismo e della frustrazione di chi fa la partita, ma non è in grado di portarsela a casa. Questa è l'Udinese che abbiamo visto domenica, come in buona parte della stagione.

Troppa fatica per arrivare in porta, manca fantasia, manca il passaggio e l'inserimento giusto per riuscire a mettere in difficoltà gli avversari. L'unico veramente pericoloso e imprevedibile è Widmer sulla corsia destra, probabilmente in questo momento il giocatore più in forma. Fernandes al solito si è dimostrato discontinuo, fallendo pure una delle occasioni più nitide della gara per andare in vantaggio. Anche Zapata ha fatto lo stesso, a conferma di un periodo non fortunato del giocatore dal punto di vista realizzativo. La squadra domenica è stata semplicemente troppo poco.

L'unica nota positiva (ad eccezione dell'espulsione di Felipe) è stata la difesa, che non ha praticamente corso pericoli per tutta la partita, complice pure l'attacco clivense. È evidente come manchi un giocatore di qualità davanti come lo è stato per lungo tempo Totò in grado di mandare in rete il pallone. Qualcuno che abbia la freddezza e l'astuzia necessaria per farsi trovare pronto in quelle occasioni. Mai come quest'anno l'Udinese ha sofferto la mancanza di un giocatore del genere. A questo punto viene da dire: pareva proprio brutto prendere Quagliarella a gennaio? Si è parlato di "minestra riscaldata", ma Lodi e Felipe forse non lo sono?

Certo è che per salvarsi servono punti e per farli serve segnare, il discorso rimane sempre lì. Ora con Fiorentina e Inter il discorso si fa sempre più complicato visto che il Frosinone terzultimo è ad appena cinque punti. Due passi falsi potrebbero già affondare la squadra. Lasciamo quindi a De Canio, che pare comunque sereno, l'ingrato compito di cercare di sopperire a queste mancanze con la tattica e gli schemi di gioco, sperando nel futuro di ricominciare a vedere qualche rete in più.