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Parma-Udinese, due storie agli antipodi intrecciatesi nel 1997

Due storie he si intrecciano, oggi si sovrappongono: come detto antipodi di intendere il calcio. E quel 2-0 inflitto dall'Udinese dimostra che il mondo a volte va sotto sopra senza nemmeno che ce ne accorgiamo.

Redazione

1997-2015, l'inizio della fine e l'inizio di una storia. Prologo ed epilogo di una storia che si confondono, vanno letti come pezzi di tempo e spazio distanti, eppure vicini. Due storie che si incrociano, si sfiorano, fino a sovrapporsi come antipodi l'una dell'altra.

Si comincia il 20 aprile 1997, l'Udinese arriva dallo storico 3-0 offerto in regalo alla Juventus al 'Delle Alpi', in dieci contro undici. Pensate: Zac, stravolge quelle regole non scritte che regolano il calcio, spesso sbagliate. Escluso il compianto Genaux, il tecnico romagnolo non lo sostituisce con un difensore, ma con un centrocampista tosto e aggressivo, Mohamed Gargo. Inizia la storia della difesa a tre, che cambia il calcio italiano, inizia la favola dell'Udinese. Come se George Best fosse piovuto sull'Italia per rivoluzionarla.

Dall'altra parte il Parma che dopo la sconfitta della settimana prima della Juve, pensava a un'Udinese appagata da una salvezza praticamente a portata di mano. Carlo Ancelotti, probabilmente, commette uno degli errori più gravi della sua carriera: non riesce a infondere la mentalità vincente ai suoi. Anni dopo Gianluigi Buffon lo ha ammesso: "A Parma, in quella partita, abbiamo capito che in una città provinciale a volte manca la pressione che ti fa avere sempre la mentalità vincente". E' vero, e Zac, guarda caso, l'anno seguente dopo aver portato l'Udinese al terzo posto, a 6 punti dalla solita Juve, ha perso lo scudetto (per sua ammissione) a Empoli.

Storie vecchie, storie nuove. Allora il Parma era proprietà e vanto dei Tanzi. Una storia italiana anche questa. Nel 1997 oltre a Buffon la squadra vantava gente come Crespo, Sensini, Benarrivo, D. Baggio per citarne alcuni.

Poi il crack, dai sogni di notti di campioni, all'arresto di Callisto Tanzi: venne fermato nel 2003 nell'ambito delle inchieste sulla Parmalat. Dagli atti dei processi in corso appare come Calisto Tanzi fosse riuscito a creare un sistema perverso dal quale per anni hanno tratto la propria convenienza politici, banche, giornali, ma non i piccoli investitori, sui quali si sono invece riversati gli enormi costi di un'esposizione debitoria accumulatasi negli anni senza essere frenata da nessuno dei soggetti istituzionalmente deputati a vigilare sulla solidità patrimoniale della Parmalat (Consob, Banca d'Italia, società di rating, società di revisione). Il 20 dicembre 2011 il tribunale di Parma ha condannato Calisto Tanzi alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione per il filone del processo relativo al crac di Parmatour.

E' il 1997, l'era Zac inizia a stupire il mondo intero che regala pagine a Bierhoff e compagni, ma soprattutto a Pozzo e al suo staff allora composto dal figlio Gino, Carlo Piazzolla e Piero Lo Monaco. Inventarono di fatto un modo nuovo di gestire un club. Prendere giocatori sconosciuti e renderli campioni attraverso l'utilizzo intelligente delle loro caratteristiche. Se qualcuno ha visto il film 'Moneyball' con Brad Pitt, o conosce la storia di San Francisco nel baseball, capirà subito cosa vogliamo dire. L'idea di impresa a costo quasi zero, con ingaggi bassi, giocatori presi per le loro statistiche nel vero senso della parola e dati in gestione ad allenatori ambiziosi e pienamente concordi con questa nuova idea.

La partita in sé è l'incrocio di queste storie: finisce 2-0 per i bianconeri, Pierini e Bierhoff allo scadere tolgono ogni speranza ai ducali di raggiungere la Juve. L'Udinese a fine anno, dopo una corsa senza fiato arriva per la prima volta in Europa, l'anno dopo terza.

Però qui finisce l'era Zac, iniziano altri successi e la politica del 'risparmio con risultati' viene portata all'estremo, tanto che in Friuli qualcuno storce il naso quando si pensa che qualche giocatore sarebbe potuto arrivare o non partire. Ma alla fine tre qualificazioni in Champions sono un marchio di fabbrica e il sesto posto nella classifica degli ultimi 15 anni (davanti al Parma) sono la dimostrazione che i soldi non sono tutto nella vita. Specie se usati male.

Si gioca Parma-Udinese:  la storia non è finita. Perché l'era Gherardi - che aveva ereditato il club salvato da Biondi-  è finita in un crack che ancora nessuno riesce a spiegare, la squadra rischia addirittura di sparire. L'Udinese intanto ha costruito il suo stadio di proprietà, Pozzo ha annunciato che alzerà l'asticella: basta parlare solo di salvezza da quando l'impianto sarà pronto e darà i primi frutti. Invece il nuovo stadio per ora ha portato solo salvezze stiracchiate mentre il Parma dalla Serie D è tornata in A e sta cercando nuove vette perdute.

Due storie he si intrecciano, oggi si sovrappongono: come detto antipodi di intendere il calcio. E quel 2-0 inflitto dall'Udinese dimostra che il mondo a volte va sotto sopra senza nemmeno che ce ne accorgiamo.

"Monica Valendino©Mondoudinese

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