rubriche

Quella volta che…L’Udinese con Fava e Sensini stesero il Milan

La verità, molto più semplicemente, è un' altra e chiama in causa, in misura uguale, i meriti dell' Udinese e i demeriti del Milan.

Redazione

Panettone amaro per il Milan. Anzi, vecchio. Vecchio e indigesto, come la tradizione negativa che puntualmente torna a colpire i rossoneri prima di Natale. Una sola vittoria in dieci anni (contro il Verona due stagioni fa), sei pareggi e tre sconfitte, tutte a San Siro, sono cifre da brividi. Ma sarebbe un errore attribuire a numeri che vengono da lontano la responsabilità dello scivolone di Maldini e compagni, il primo in campionato. Come sarebbe un errore cercare alibi nella fatica per il viaggio in Giappone. La verità, molto più semplicemente, è un' altra e chiama in causa, in misura uguale, i meriti dell' Udinese e i demeriti del Milan.

14^ giornata MILAN vs UDINESE 1-2 Reti: 2' Fava Passaro, 51' Sensini, 70' Cafu

MILAN: Dida, Cafu, Laursen (46' Costacurta), P. Maldini, Kaladze, Gattuso, Pirlo (68' Ambrosini), Serginho (63' Borriello), Kakà, Tomasson, Inzaghi I - All.: Ancelotti

UDINESE: De Sanctis, Bertotto, Sensini, Kroldrup, Alberto (68' Pierini), Pinzi, Pazienza (79' Gargo), Jankulovski, Jorgensen, Muntari, Fava Passaro (75' Jancker) - All.: Spalletti Arbitro: Bertini

[fnc_embed]<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/3asP_T8fQXs" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>[/fnc_embed]

Non è un caso se la squadra di Spalletti si presenta davanti ai campioni d' Europa forte di cinque vittorie consecutive, tre in campionato e due in coppa Italia. Come non è un caso se la formazione di Ancelotti arriva a questo appuntamento dopo aver deluso nelle ultime due trasferte: a Empoli, dove ha vinto solo per una prodezza isolata di Kakà, e soprattutto a Yokohama dove ha perso il titolo di campione del mondo ai rigori col Boca Juniors. Lasciando perdere le assenze, visto che l' indisponibilità di Nesta e Shevchenko da una parte è compensata da quella di Castroman, Rossitto, Pieri, Manfredini e Iaquinta dall' altra, l' Udinese vince meritatamente perché gioca meglio del Milan. E in particolare Spalletti impartisce una lezione tattica ad Ancelotti, presentando una squadra corta ed elastica, che non si limita a pressare, né tantomeno a giocare di rimessa. Il collaudato 3-4-2-1 dei friulani ha basi di cemento, come dimostrano le precedenti cinque gare con un solo gol al passivo, grazie alla regia difensiva del trentasettenne Sensini che detta i tempi tra Bertotto e Kroldrup. Sicura dietro, l' Udinese fa ciò che vuole in mezzo al campo, malgrado le difficoltà di Alberto intimidito sulla destra dalla presenza del suo connazionale Serginho, perché la P2 formata fa Pinzi e Pazienza anticipa quasi regolarmente Kakà e Gattuso. E al resto provvedono Jankulovski, che a sinistra tiene lontano Cafu, e soprattutto Muntari e Jorgensen bravi sia a scambiarsi posizione alle spalle dell' unica punta Fava, sia a retrocedere per aiutare i centrocampisti. Spalletti può contare su due uomini in più in mezzo al campo. E come non bastasse questa evidente disparità di forze nel reparto più importante, troppi rossoneri giocano al di sotto delle loro possibilità. Il primo tempo del Milan diventa così un' affannosa rincorsa in un vicolo cieco, per la gioia di Sensini e compagni che vanno in vantaggio dopo appena 2' : Pinzi libera Fava e il centravanti, grazie alla colpevole latitanza di Laursen, gira di destro alle spalle di Dida. Lento fino al paradosso di far rimpiangere Rivaldo, il Milan gioca soltanto in orizzontale, senza dare profondità al proprio gioco, né al centro dove nessuno trova spazi, né tantomeno sulle fasce laterali, dove si attendono invano le discese di Cafu e Kaladze, o le accelerazioni di Serginho. L' unico in grado di inventare qualcosa è sempre Kakà e infatti è lui al 19' a offrire il primo pallone giocabile a Inzaghi, che viene atterrato in area da De Sanctis. Sul dischetto va Pirlo, che evidentemente però ha ancora in corpo il virus della maledizione, perché dopo l' errore di Yokohama sbaglia anche stavolta colpendo il palo. Sfumata l' occasione di raggiungere il pareggio, il Milan rimane prigioniero dei propri limiti, riuscendo a impegnare De Sanctis soltanto al 28' con un tiro di Gattuso. Ma stavolta neppure la grinta del guerriero è sufficiente per invertire la rotta, perché l' Udinese continua a controllare la situazione e al 39' si fa nuovamente pericolosa con un colpo di testa di Fava, bloccato da Dida. Nell' intervallo Ancelotti decide finalmente di ridurre l' inferiorità numerica in mezzo al campo, varando una difesa a tre con Costacurta al posto del frastornato Laursen, in linea con Maldini e Kaladze, ma soprattutto con l' avanzamento di Cafu. Le buone intenzioni però non servono perché su punizione Bertotto batte nuovamente Dida, spiazzato da una correzione di testa di Sensini, in sospetto fuorigioco, che vale il 2-0.

A questo punto, Ancelotti gioca le classiche carte della disperazione. Via l' inutile Serginho e dentro Borriello a comporre un inedito tridente con Inzaghi e Tomasson, e poco dopo ecco anche Ambrosini al posto del disperso Pirlo. L' Udinese incomincia a farsi schiacciare, e Cafu al 25' sfrutta con un bel destro uno dei rari corridoi per ridurre le distanze. Rimangono 20' abbondanti di speranza per i rossoneri, ma il furore senza lucidità moltiplica soltanto le mischie, scoprendo i nervi di Kaladze che si fa espellere al 36' , per una brutta reazione nei confronti di Bertotto. E a nulla servono gli ultimi calci d' angolo. Mai in partita, il Milan esce sconfitto. Ma soprattutto vince l' Udinese, che raggiunge il Parma al sesto posto. Con gli auguri, interessatissimi, della Roma. (tratto dalla Gazzetta)

 

tutte le notizie di

Potresti esserti perso