watford e granada

Brexit, Gino Pozzo: “Brexit? Non credo ci toccherà particolarmente”

"Il problema - afferma Pozzo - non è tanto di nazionalità, quanto di permesso di lavoro, che si pone nel caso degli stranieri per i quali è richiesto un numero minimo di presenze in nazionale e una serie di altri parametri"

monica.valendino

Molti si chiedono cosa sarà anche del calcio dopo l'uscita del Regno Unito dalla Ue. E molti a Udine, si chiedono anche cosa sarà del Watford di Gino Pozzo. «Brexit? Non credo ci toccherà particolarmente. La società è in crescita, i diritti tv sono aumentati e il calcio è un mercato anti-ciclico»., ha spiegato il diretto interessato al Messaggero Veneto. «C’è un clima di sorpresa, di incredulità, rispetto a qualcosa che non sembrava possibile né probabile e che ha colto alla sprovvista un po’ tutti. Il cielo però non ci crolla in testa e sono convinto con un po’ di tempo e calma le cose si rimetteranno a posto. Difficile fare valutazioni su quali saranno gli effetti pratici».

Sul calcio quindi nessuna rivoluzione? «Non ci dovrebbero essere grandi effetti sulla possibilità di usare giocatori stranieri, ma bisogna aspettare un attimo per le soluzioni che ritengo finiranno per equiparare tutte le nazioni. Per liberalizzare il tesseramento di qualsiasi straniero senza far differenze tra quelli che vengono dall’Ue o da altre aree restando nel limite di 17 che già si applica oggi ai giocatori non formati nel Paese. Il problema - conclude Pozzo - non è tanto di nazionalità, quanto di permesso di lavoro, che si pone nel caso degli stranieri per i quali è richiesto un numero minimo di presenze in nazionale  e una serie di altri parametri».

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