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“Behrami Affaire”: la Svizzera non consente il rientro

Il delegato delle nazionali elvetiche Sulser: "E' vero, la convocazione è tardiva, ma l'Udinese non può contestare una prassi condivisa in passato". E il giocatore resta in patria

Castellini Barbara

Sembra prendere una brutta piega il caso Behrami. O meglio il "Behrami Affaire", come è stato già ribattezzato in Svizzera. Dopo la comunicazione ufficiale diramata oggi dall'Udinese (leggi qui), in serata è arrivata la risposta della Federazione elvetica, che non ha nessuna intenzione di consentire a Valon Behrami di rientrare in Friuli. La dura presa di posizione è stata confermata dal delegato delle nazionali Claudio Sulser che a Rsi.ch ha dichiarato: "L'Udinese si è opposta alla convocazione di Behrami perchè la stessa sarebbe tardiva. E' vero, è tardiva, per quanto riguarda l'aspetto formale, ma l'Udinese ha sempre accettato la prassi della federazione di non essere fiscale per quanto riguarda i giorni di preavviso. Non aveva mai contestato questo modo di agire. Tenendo in considerazione tutti gli aspetti, reputiamo l'atteggiamento dell'Udinese non rispettoso del principio della buona fede. Non si può accettare una prassi e poi contestarla. Si tratta di una norma nata per tutelare le federazioni".

Incalzato sui termini previsti, Sulser risponde: "La convocazione deve arrivare al club 15 giorni prima dell'inizio del periodo delle partite internazionali previste nel calendario. Penso che sia stata mandata con 3-4 giorni di ritardo. Un certo termine è stato comunque rispettato". E adesso? "Non credo ci siano rischi particolari per quanto riguarda Behrami - conclude Sulser -. L'istanza competente, che dovrebbe essere la Commissione disciplinare della Fifa, deciderà e accetteremo e valuteremo cosa fare. Esprime solo la mia opinione personale, ma non penso ci siano i presupposti per procedere contro la Federazione".

Resta da chiarire, però, un aspetto e cioè quello riguardante la condizione fisica di Behrami, già escluso dalla gara con la Lazio (poi rinviata) per infortunio. E se dovesse essere impiegato dal ct della Svizzera Vladimir Petkovic? Il Behrami Affaire non finisce qui.

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