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Poggi: “Il gol più bello? Quello nella partita contro la Roma che ci portò in Europa”

L'ex attaccante dell'Udinese si racconta in una lunga intervista a SuperNews

Redazione

Paolo Poggi, ex attaccante dell'Udinese, si racconta in una lunga intervista a SuperNews. Questo un estratto

Partiamo da un record personale: è tuo il gol più veloce della Serie A, 8 secondi, siglato quando giocavi al Piacenza nella gara al Franchi contro la Fiorentina. Una grande soddisfazione.

Un record che dura dal 2001, da 19 anni, tantissimo tempo. Come tutti i record è fatto per essere battuto, ma questa longevità fa piacere.

Nell’estate del 1994 approdi in Friuli all'Udinese, nonostante i bianconeri fossero appena retrocessi. Cosa ti ha spinto a questa scelta?

C’erano stati avvicendamenti societari a Torino ed ero stato invitato ad andare via. Mi è arrivata la proposta dell’Udinese. La famiglia Pozzo aveva deciso di dare una svolta al progetto dell’Udinese e non a caso dal 1995 i friulani non sono più retrocessi. È stata un’opportunità che ho preso al volo senza pensarci un attimo.

Dopo la promozione in serie A, il primo tecnico che hai conosciuto all’Udinese è stato Galeone. Com’è stato il tuo rapporto con lui?

Galeone è un allenatore a cui devi piacere per starci bene. Era un precursore dei tempi, con una filosofia di calcio offensiva, completamente opposta rispetto a quella che andava per la maggiore in quel periodo. Io mi sono trovato benissimo con il mister.

In serie A hai scritto alcune delle pagine più belle dell’Udinese, conquistando 2 qualificazioni europee e arrivando a lottare, nella stagione 1997-98, anche per lo Scudetto.

Fino alla 27^ giornata eravamo in lotta per il primo posto. La Juventus e l’Inter erano tecnicamente superiori, ma noi avevamo un gruppo molto difficile da affrontare. Alla fine abbiamo conquistato un grande 3° posto: l’unico rammarico è che la qualificazione alla Champions League è stata estesa alle prime 4 classificate soltanto nella stagione seguente.

Tu, insieme ad Amoroso e Bierhoff, componevate un tridente pazzesco in quell’Udinese.

Aggiungo anche Locatelli e Jorgensen. Era ormai una squadra forte non solo nell’undici iniziale, ma avevamo una rosa molto competitiva anche in panchina. Il gruppo era diventato forte di testa e chiunque giocasse faceva poca differenza. Avevamo l’abitudine di fare le cose ad altissima intensità: ormai era stata acquisita una mentalità di gioco che faceva la differenza.

La stagione 1999-2000 è stata la tua ultima all’Udinese. In panchina c’era mister De Canio: com’è stato il tuo rapporto con lui?

All’inizio il rapporto era molto bello. Io ero il capitano di quell’Udinese, c’era molta condivisione tra noi. All’improvviso qualcosa si è interrotto, probabilmente non solo per volontà sua. Quello che mi è molto dispiaciuto è stata la poca chiarezza nei miei confronti.

Tra i tanti gol che hai fatto all’Udinese, ce n’è uno a cui sei particolarmente legato?

La rete che ricordo con più soddisfazione è nella stagione 1996-97 ed è il gol che ha sbloccato la partita contro la Roma all’Olimpico, nell’incontro poi terminato 0-3 che ci ha permesso, per la prima volta nella storia dell’Udinese, di qualificarci in Europa.

Ripensando a tutta la tua carriera, qual è la partita che vorresti rigiocare per le grandi emozioni che ti ha regalato?

Senza dubbio, Udinese-Ajax. Erano una squadra fortissima ma noi avevamo giocato nettamente meglio sia il match d’andata (ndr perso 1-0) che quello di ritorno (ndr vinto 2-1). Vorrei rigiocarla per eliminarli, meritavamo noi di passare.

 

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