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Oliver Bierhoff è tornato ad Udine ieri per seguire la Supercoppa Europea, conquistata dal PSG dopo i tiri di rigore. Nella mattinata di ieri, l’ex attaccante ha parlato con i giornalisti. Ecco quanto riportato da Tuttosport:
Qual è l'importanza di questa finale per Udine?
«Sono davvero felice per questa città che ha un'importante opportunità. È emozionante vedere qui squadre di così alto livello. Penso che sarà una partita molto equilibrata, considerando che si tratta dell'inizio della stagione. Ho ricordi bellissimi vissuti fuori dal campo con i miei compagni, come la sfida contro l’Ajax ad Amsterdam, quando l’Udinese ha fatto il suo ingresso nel calcio europeo. Allo stesso modo, ricordo il match prima delle vacanze di Natale nel 1997, quando siamo stati primi in classifica. Avevamo una squadra solida con Zaccheroni come allenatore, e si percepiva una guida del club molto strategica, sempre professionale e piena di passione».
Che opinione ha dell’Udinese attuale e come viene percepita questa città in Germania?
«Non è semplice per questo club rimanere costantemente ad alti livelli. L’Udinese ha sempre saputo formare ottimi giocatori. Tornare in Europa sarà una sfida, ma l’intento è di avvicinarsi sempre di più. So che attualmente manca un attaccante di peso nella rosa, e trovare un sostituto non sarà semplice. Per me e per gli altri calciatori tedeschi, Udine rappresenta un luogo importante nel percorso di crescita dei giocatori. È una bella città dove ci sono professionisti capaci, che offrono l'opportunità di migliorare sia a livello individuale che collettivo».
In che modo è cambiato il ruolo dell’attaccante dai suoi tempi ad oggi?
«Negli ultimi anni si è accentuata l'importanza della tecnica e della velocità, mentre ci sono meno attaccanti che colpiscono di testa. Tuttavia, penso che ci sia bisogno di riqualificare questo ruolo, anche attraverso un lavoro più incentrato sull'individualità, poiché le difese tendono ad essere sempre più chiuse e arrivano numerosi cross nell'area di rigore».
Bierhoff, considerando anche la sua esperienza come direttore sportivo della nazionale tedesca, che opinione ha di Gattuso, nuovo c. t. dell'Italia, presente in città anche per osservare gli allenamenti della squadra di Runjaic?
«Ho avuto il piacere di giocare con lui al Milan, e sono felice di vederlo ora in questo nuovo incarico. Tutto il mondo si aspetta che l'Italia raggiunga un certo standard, deve saper giocare bene».
Un grande campione con cui ha giocato al Milan è Paolo Maldini.
«Ci sentiamo di tanto in tanto; ha avuto una carriera straordinaria come calciatore e ci vogliono figure come la sua nel calcio, per trasmettere la propria esperienza ai più giovani. Gli ho suggerito di prendere un ruolo simile a quello che ho ricoperto io in Germania, ma solo se riuscirà ad avere l’autonomia decisionale che si merita».
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