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La Gazzetta analizza la sconfitta dell'Udinese a San Siro rendendo merito ai bianconeri.
(...)Ora però servono conferme. Troppe volte al Milan si sono illusi d’aver trovato la formula della felicità, per poi ricominciare da capo. E attenzione che quella con l’Udinese è una partita che sfugge a qualsiasi logica: sotto 0-1, poi avanti 2-1, quindi ripresi sul 2-2 e infine il gol al 48’. Con una cifra incredibile di occasioni sbagliate, o neutralizzate, soprattutto dell’Udinese. C’è una casualità in questo disegno. Quello che non si può dimenticare è la cattiveria agonistica di Rebic, l’aggressione, i “tagli” al centro, la precisione in zona gol. Situazioni che hanno ricordato la Croazia del Mondiale: lì Rebic era stato una delle chiavi, giocando però a destra, con Mandzukic in mezzo e Perisic sull’altro versante. Qui ha imperversato a sinistra. Potrebbero essere suggerimenti importanti per Pioli. Come non immaginarlo titolare venerdì a Brescia?
Gotti “riparatore”
Il 3-2 rischia di far dimenticare i rischi, le sofferenze e la bella partita, matura, dell’Udinese. Il merito del Milan è aver voluto fortemente questo successo. Giocando, e non è la prima volta, due partite in una. La prima deprimente, molle e piuttosto confusa tatticamente. La seconda divertente, spettacolare ma pericolosamente sbilanciata: Pioli ha rischiato il tutto per tutto, doveva farsi perdonare gli errori di partenza, e gli è andata bene. Gotti ha dato all’Udinese un’impronta di manovra e personalità fin qui sconosciute. Continuando così, il pericolo retrocessione è scongiurato. Certo, vista questa Udinese ieri, e quella in balia della Juve in Coppa Italia — senza Lasagna, Mandragora, Fofana & c. —, si capisce che non c’è squadra-B...
Esperimenti Pioli
Si diceva in settimana che il 4-4-2 potesse essere il sistema per rendere più solido il Milan, magari evolvendosi in un più moderno 4-2-3-1. Pioli è arrivato a questa soluzione dopo una falsa partenza. Il tecnico studia, cerca opzioni diverse, vuole sorprendere. Ma il 4-3-3 iniziale, con Bonaventura mezzala sinistra in continuo movimento, disorienta più i rossoneri che i rivali. Scoprendo poi la fascia sinistra dove Stryger Larsen trova il gol della vita, dopo il grave errore in uscita di Donnarumma. La squadra non si ritrova, Ibra pare svogliato e poco mobile.
4-2-3-1 e Rebic
Pioli recupera attraverso continui aggiustamenti. Il possesso del campo dell’Udinese lo convince a passare al 4-2-3-1, spostando Bonaventura trequartista centrale. Ma Jack si muove ancora tanto, troppo, e spesso scambia (perché?) posizione con Leao offrendogli il centro e allargandosi lui a sinistra. Risultato? Una gran confusione. Cambio necessario a inizio ripresa. Rebic a sinistra e Leao in mezzo: la squadra si equilibra, il brasiliano (discontinuo) allevia la solitudine di Ibra, entra in partita anche Castillejo.
Che finale
Rebic segna subito l’1-1 entrando da dietro. L’indispensabile Hernandez prende la mira da fuori per il 2-1. Donnarumma si fa un po’ perdonare con due parate decisive. Il 2-2 di Lasagna, acrobazia di testa sul contropiede, illude l’Udinese passata intanto al 4-3-3. Solo che la concentrazione cala fatalmente e Rebic, con l’aiuto di Ibra, firma il successo con la faccia di chi ci ha sempre creduto.
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