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Verso Udinese-Fiorentina, Kouamé: “È una partita decisiva”

La sfida fra Fiorentina e Udinese

Kouamé ha parlato della sfida fra Udinese e Fiorentina in programma domenica alla Dacia Arena. Ecco le dichiarazioni dell'attaccante

Redazione

UDINE - Domenica pomeriggio, alle ore 15, l'Udinese riceverà alla Dacia Arena la visita della Fiorentina, per la ventiquattresima giornata del campionato di Serie A. La compagine friulana viene dal pareggio ottenuto in rimonta contro il Parma, mentre la Fiorentina è reduce dal successo nettissimo ai danni dello Spezia. Per entrambe le squadre, appaiate a venticinque punti, il bilancio dopo ventitré turni è di sei successi, sette pareggi e dieci sconfitte. Una sfida molto importante in ottica salvezza: chi vince fa un enorme passo verso l'obiettivo. Ai microfoni del canale ufficiale della Fiorentina, ne ha parlato l'attaccante Christian Kouamé, rispondendo alle domande dei tifosi viola.

LE SUE DICHIARAZIONI - "Domenica l'approccio alla partita deve essere come quello contro lo Spezia. Dobbiamo andare a Udine con la consapevolezza della nostra forza e la convinzione di poter fare bene. Bisogna assolutamente cercare di vincere, perché è una sfida decisiva. L'Udinese è indubbiamente una buona squadra, ma l'abbiamo già battuta all'andata e anche in Coppa Italia. Dobbiamo provare a ripeterci, ci sono in palio punti preziosissimi. Mi manca cattiveria sotto porta? Io sono sempre stato così, però appena trovo il gol mi sblocco".

SU CERSARE PRANDELLI - "Il mister mi sta tanto addosso, vuole tirare fuori il meglio di me. Mi sprona e mi mette pressione cercando di farmi rendere al massimo. Io spero di ritrovare la strada del gol, perché quando tornerò a segnare inizierò sicuramente ad essere più tranquillo. Mi manca molto il gol, ma non devo avere ansia, altrimenti non arriva. Devo restare sereno, so che prima o poi arriverà. Colgo l'occasione per ringraziare i tifosi, perché anche in un periodo non semplice mi mandano molti messaggi per supportarmi. I nostri tifosi ci mancano; per noi è difficile scendere in campo e non poter sentire il loro affetto".

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