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Gervasoni: “Atalanta-Piacenza madre di tutto il calcioscommesse”

L’Atalanta potrebbe finire in guai seri se le accuse che ha mosso Carlo Gervasoni verranno provate. Come riportato dettagliatamente da Bergamonews.it, infatti, l’ex difensore del Piacenza e dell’Albinoleffe, testimone chiave del...

Monica Valendino

L'Atalanta potrebbe finire in guai seri se le accuse che ha mosso Carlo Gervasoni verranno provate. Come riportato dettagliatamente da Bergamonews.it, infatti, l'ex difensore del Piacenza e dell'Albinoleffe, testimone chiave del processo calcioscommesse, racconta alla trasmissione OpenSpace come venivano organizzate le combine. E racconta di quel marzo 2011 entrato nella storia, purtroppo, del calcio italiano e anche bergamasco: “Fu la madre di tutte le partite anche perché scoprii appena prima di iniziare, che non ero l’unico a sapere della combine. Durante il giro di ricognizione del campo Doni mi chiese se era tutto ok e quel 'tutto ok' capì subito che era riferito al fatto che si trattava della combine, anche perché quella partita era molto chiacchierata anche prima che si giocasse. In quell’occasione inizialmente dovevamo perdere con due gol di scarto e successivamente perdere con un over, quindi 3-0, 3-1 e via dicendo. La difficoltà nell’accomodarla era che loro, scommettendo live, nei primi 10 minuti non dovevamo prendere gol, perché nel caso ne avessimo subìto uno non dovevamo tenerne conto. Il problema di quella partita era che loro, anche essendo più forti, non riuscivano a segnare. Per fortuna un mio compagno, non coinvolto della combine, con un intervento grossolano procurò un rigore ma eravamo a più della mezz’ora e dovevamo subire un altro gol. Il fatto particolare è stato che io riferì di Doni al mio portiere, anche lui coinvolto, che mi disse di far tirare a Doni il rigore centrale. E io durante il riscaldamento dissi a Doni di tirarlo centrale nel caso avessero avuto un rigore a favore. Il problema era che dovevamo subire un altro gol. Ero terrorizzato che pareggiassimo, a tal punto che ho dovuto creare questo scontro di gioco che portò al rigore. Se non fosse stata una partita combinata non avrei mai fatto un intervento del genere. Poi protestai con l’arbitro perché non potevi far capire ai compagni, all’allenatore che tu l’avessi fatto apposta. Era normale che si recitasse una parte. Quando poi si raggiunse il risultato, non contenti, subimmo anche il terzo gol, sempre con un errore mio che rivisto adesso è anche abbastanza imbarazzante. In questa partita, da parte nostra eravamo in tre: non voglio fare nomi perché non sono presenti qua, anche se i nomi sono scritti sulle carte. Dell’Atalanta non lo so, so di Doni perché è venuto prima della partita, degli altri non lo so”.

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