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Conte “mio cruccio poco lavoro,mi voleva United”

Avrebbe potuto allenare nel cosiddetto ‘Teatro dei Sogni’ e invece è costretto a sognare di allenare di più. Ospite di ‘Grand Hotel Chiambretti’, Antonio Conte per la prima volta ha ammesso apertamente di essere stato...

Monica Valendino

Avrebbe potuto allenare nel cosiddetto 'Teatro dei Sogni' e invece è costretto a sognare di allenare di più. Ospite di 'Grand Hotel Chiambretti', Antonio Conte per la prima volta ha ammesso apertamente di essere stato corteggiato nel corso della scorsa stagione dal Manchester United, prima del divorzio dalla Juventus. Fra un duetto con Dolcenera, una battuta sui capelli, un aneddoto sull'attesa per il primo bacio alla futura moglie e le telefonate mattutine dell'Avvocato Agnelli, è stato Piero Chiambretti a fare uscire allo scoperto il ct, incalzandolo sulle offerte del Psg, sul "quadriennale da 5 milioni proposto dal Milan", e sul corteggiamento di una squadra della Premier. "Allora fai veramente il procuratore... - ha sorriso l'ex allenatore bianconero -. Era una squadra inglese forte, che ha preso un allenatore moto forte che allenava una nazionale". Proprio come il Manchester United, che a maggio ha affidato la squadra all'ex ct dell'Olanda Louis Van Gaal. Due mesi più tardi Conte ha lasciato la Juventus e ad agosto ha cominciato l'esperienza azzurra, a tratti turbolenta, fra le divergenze di opinioni con la Lega Serie A e le continue suggestioni di un futuro al Milan. A chi gli domandava se in estate lo attende la panchina rossonera, Conte ha risposto con un saluto e un sorriso, lasciando gli studi Mediaset di Cologno Monzese. Poco prima, durante programma di Canale 5, a Piero Chiambretti che gli domandava se lascerà la Nazionale, ha replicato: "No, io vorrei lavorare. Il lavoro sul campo è molto poco, è il cruccio che mi porto dentro. Ogni tanto lo esterno quando inizio a scocciare e chiedo gli stage". "E' una sfida a livello personale, per il fatto di poter diventare allenatore in un posto dove di solito devi selezionare - ha aggiunto Conte -. La sfida più importante è far diventare questa nazionale una squadra. L'Italia deve partecipare agli Europei per cercare di vincere. Per i miracoli ci stiamo attrezzando". L'Europeo è anche il prossimo traguardo di Balotelli. "C'è sicuramente da lavorare sulla testa dei calciatori, non solo Balotelli, per fargli capire delle cose. A volte grido", ha sorriso il ct, ribadendo il suo "odio per la sconfitta" e spiegando di non sapere nulla delle quattro offerte della Juventus declinate da Cassano: "Se l'hanno chiamato quando c'ero io, l'hanno fatto a mia insaputa". Della sua storia da allenatore bianconero ha rievocato il primo "straordinario scudetto", ma il nuovo ruolo gli impedisce di sbandierare l'amore juventino. "Amo tutte le squadre. Al Torino (la squadra del cuore di Chiambretti, ndr) mi lega l'amicizia con il ds Petrachi, abbiamo giocato nel Lecce assieme", ha spiegato Conte, parlando con diplomazia delle ambizioni bianconere in Champions: "E' una competizione molto difficile. Quanti giocatori mancano per vincerla? La Juve sta acquistando esperienza, ogni anno diventa più forte. Vincerà sicuramente il campionato". Il segno zodiacale in comune (Leone) e la fantasia di Pirlo, secondo Chiambretti, rendono Conte e il suo successore Allegri una coppia di fatto. "Ce ne dovremo fare una ragione", ha sorriso il ct.

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