Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina ha parlato nuovamente della possibile ripresa del calcio italiano, ed ha annunciato un'importante riunione del Comitato Medico-Scientifico in programma mercoledì 15 aprile. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport, nella trasmissione Sky Calcio Club: "Noi continuiamo a ripetere le stesse cose, rischiamo di essere ripetitivi: i campionati di calci ricominceranno nel momento in cui ci sarà la garanzia e la tutela della saluta degli atleti e degli addetti ai lavori. Siamo in contatto continuo con il ministro Spadafora, il 15 abbiamo una riunione importante del nostro comitato scientifico federale. Comunicheremo la procedura a tutte le leghe, inizieremo a fine mese, mi auguro, i controlli e poi partirà la vera e propria proceduta di preparazione e allenamento, l'auspicio è poi ripartire con il calcio giocato".
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FIGC, Gravina: “Ripartiremo appena possibile. Il 15 riunione del comitato molto importante””
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato nuovamente della possibile ripartenza del calcio italiano
Ripartire quando si può e in sicurezza
"Esattamente, noi siamo nelle condizioni di dover rispettare le indicazioni del nostro governo: non possiamo rischiare ma abbiamo anche una esigenza, finché non ci sarà impedito, cioè di definire i nostri campionati. La mancata definizione dei nostri organici sarebbe una cosa molto negativa per il nostro calcio".
Ipotesi zone sicure
"L'idea è rispettare le strutture in uso alle singole società, se non sarà possibile troveremo soluzioni alternative".
C'è una scadenza per ripartire
"Non abbiamo scadenza, la FIFA ha stabilito un principio generale, ci adegueremo alle indicazioni internazionali e del nostro comitato tecnico-scientifico. L'idea comunque è completare i campionati".
L'importanza sociale del calcio è evidente: pensa possa essere un raggio di sole per l'Italia?
"Non lo dico io, è nella storia del calcio italiano: ha sempre rappresentato un momento di aggregazione e passione. Ho sentito tante affermazioni fuori luogo che dobbiamo evitare. Fino a che i nostri esponenti non troveranno un terreno comune sarà tutto più complicato, dobbiamo dare un messaggio di speranza".
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