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Plusvalenze fittizie: Chievo-Verona e Cesena nei guai

Per le due società è stato disposto il sequestro preventivo per complessivi nove milioni di euro

Redazione

Chievo Verona e Cesena sono finiti sotto indagine della Guardia di Finanza a causa di possibili condotte illecite connesse alla compravendita di giovani calciatori avvenute tra le due società. Secondo quanto riporta l’Ansa  è stato disposto il sequestro preventivo di beni per 3,7 milioni di euro nei confronti del Chievo Verona e del suo attuale presidente (Luca Campedelli) e di beni per 5,3 milioni circa nei confronti del Cesena Calcio e società satellite, oltre che del suo ex presidente e di altri due indagati. La GdF ha così spiegato: "Negli anni dal 2014 al 2018, il Cesena Calcio e il Chievo Verona hanno effettuato delle reciproche compravendite di calciatori minorenni che, in realtà, si verificavano solo cartolarmente (il giocatore non si trasferiva mai presso la nuova società in ragione della contestuale stipula del “prestito”) e a valori del tutto sproporzionati. I giovani atleti, infatti, oltre a non venir mai utilizzati dalla società acquirente venivano addirittura prestati a squadre dilettantistiche. Le false plusvalenze ricostruite ammontano a quasi 30 milioni di euro e costituivano l’escamotage per mantenere in vita una società (il Cesena Calcio, ndr) che avrebbe dovuto richiedere l’accesso a procedure fallimentari da diversi anni e che continuava a omettere con sistematicità il versamento delle imposte trasformando tale espediente straordinario nella normalità della gestione imprenditoriale. Il debito accumulato con l’Erario ammontava a oltre 40 milioni di euro. Numerose le distrazioni ricostruite e poste in essere anche dallo stesso presidente del Cesena Calcio che nel luglio 2018 continuava a farsi pagare fatture per operazioni inesistenti al solo fine di svuotare i conti della società ed adottava accorgimenti per tutelare i propri beni"

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