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Udinese, dopo la coppa ecco le risposte: le seconde linee vanno vendute

Il mercato chiude i battenti a fine gennaio. Il tempo per sistemare la rosa c'è, ora la palla passa però all'Udinese che dovrà scegliere tra plusvalenze ad ogni costo oppure armonia forse ritrovata nello spogliatoio.

Redazione

L'Udinese due naufraga contro i colpi della Juve il che sta a significare due cose: che la Coppa Italia è considerata ancora un'amichevole dove provare soluzioni varie, due che chi è stato chiamato in causa non sembra poter (o voler per qualcuno malevolo) dare un contributo alla squadra bianconera. Così, al di là delle considerazioni di merito su come la Coppa nazionale venga snobbata, rimane il fatto che da tempo si dice che questa rosa è troppo folta per poterla gestire e ora che è rimasto il solo campionato urge vendere per non ritrovarsi come ogni stagione da cinque anni a questa parte con uno spogliatoio che lo si vuole far apparire come un mucchio di amici selvaggi, ma che in realtà rischia sempre di diventare una polveriera con i soliti procuratori col  sorriso in faccia e un cerino acceso in mano.

Teodorczyk ha fatto vedere il peggio di sé allo Stadium. Per carità non è nemmeno che gli siano arrivati molto palloni, però non ha mostrato di certo di poter essere utile. Del resto uno arrivato e presentato come il nuovo Lewandowski e finito a fare la riserva della riserva come può sentirsi. Anderlecht, Besiktas e un paio di squadre i n Italia lo vogliono. Ma la parola spetta all'Udinese che come sempre non ha nessuna intenzione di svendere a costo di tenere scontenti in casa che rischiano di minare il lavoro che cerca di fare Gotti e che in passato hanno cercato di fare i suoi predecessori (qualcuno crede ancora davvero alla favola che i problemi dell'Udinese degli ultimi anni siano stati sempre e solo in panchina?).

Rimanendo all'attacco da Torino dico che Cairo guarda sempre a Okaka, ma a meno di un'offerta sui 18 milioni Pozzo non si siede nemmeno al tavolo del bar per discuterne. Difficile che i granata mettano una cifra del genere sul piatto anche se dovessero vendere Zaza. Mai dire mai però.

Altro che vorrebbe spazio e non lo trova è Barak. Ma il ceco viene da un infortunio e non ha molto mercato a essere onesti. Forse si riuscirebbe a trovargli sistemazione in prestito, ma sembra che l'Udinese comunque lo voglia tenere.

In mezzo ad avere mercato è Fofana, valore 15 milioni non  spiccioli, che sembrano far desistere a gennaio li investitori. Si parla da mesi del Torino, ma in realtà l'Udinese lo vorrebbe valorizzare ulteriormente e vendere a giugno. Così il buon Jajalo si chiederà: e io che ci sto a fare? La riserva, perché per ora solo il Perugia pare interessato e l'Udinese non sembra volerlo cedere visto che comunque nella prima fase di campionato è stato tra i pochi a salvarsi.

In mezzo altro pseudo fenomeno spacciato per tale in estate oggi sembra già voler tornare are in Brasile: parliamo di Walace che perfino sul suo profilo Instagram non ha fatto mistero che gradirebbe vestire la maglia del Flamengo. Ma su di lui altri interessamenti sudamericani, anche qui però molto dipenderà dall'offerta, ma l'affare in questo caso appare possibile.

Opoku e De Maio: altri due che si giocano la permanenza, sempre considerndo che se ne potranno andare solo in caso di offerta valida. Il primo piace in Francia, il secondo al Brescia o al Genoa.

Il mercato chiude i battenti a fine gennaio. Il tempo per sistemare la rosa c'è, ora la palla passa però all'Udinese che dovrà scegliere tra plusvalenze ad ogni costo oppure armonia forse ritrovata nello spogliatoio.

In entrata? Si cerca un esterno sinistro, ma non sarà Zeegelaar che non pare proprio voler rientra a Udine. A meno di occasioni incredibili l'Udinese farà la sua politica: aspettare Samir e nel caso utilizzare Ter Avest a destra e Larsen a sinistra.

 

 

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