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Notizie Udinese / Cioffi: “Ringrazio i Pozzo. C’è sempre da imparare”

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L'ex tecnico dei friulani è tornato a parlare dopo l'esonero. Ecco le sue dichiarazioni in esclusiva a TMW
Riccardo Focolari Redattore 

Gabriele Cioffi nella scorsa stagione ha recitato la sua parte nella salvezza dell'Udinese, nonostante l'esonero a poche giornate dal termine. Per la prima volta da quando ha lasciato il Bluenergy Stadium è tornati a parlare e lo ha fatto in esclusiva con TMW.

"Per prima cosa voglio ringraziare la famiglia Pozzo, che è da sempre il valore in più dell’Udinese. Nel calcio le strade si possono separare, ma non bisogna dimenticare chi ti ha dato fiducia e io non dimentico. Se riavvolgo il nastro tecnico, invece, va ricordato che la squadra che ho ritrovato aveva contenuti diversi da quella che avevo lasciato. C'era tanta qualità ma serviva un tempo in più per impattare e la principale difficoltà è stata questa: molti calciatori erano in fase di crescita".

Sui singoli lanciati:  "Sì, per esempio a Okoye ho riconosciuto qualità e mi ha ripagato. Ho visto subito l'esuberanza fisica di Payero, mi è balzato immediatamente agli occhi anche per la capacità di tirare in porta e gli ho dato subito spazio. Lo stesso è capitato anche con Ebosele e Zemura, oppure con Kristensen. Lui ha caratteristiche peculiari: è un gigante ma è veloce, tecnico. Giocatori così devi valorizzarli. Oppure Ferreira, che era chiuso da quinto e per avere più spinta da dietro l’ho messo braccetto. Tanti giocatori di potenziale ma che devono ovviamente poter sbagliare, è comunque bello lavorare in una società che ti dà giovani forti. bisogna lavorare per farli diventare pronti per la Serie A”.

Su Lucca:"Io credo di avergli dato più che altro fiducia incondizionata. Anche quando le prestazioni non rispecchiavano il suo valore. Ha dati incredibili dalla sua: è due metri ma è un finto lento, adesso sta a lui passare da potenziale a campione. Per quanto riguarda l'Italia, a volte c'è di mezzo anche il destino: era stato convocato per lo stage negli USA, poteva mettersi in mostra e invece proprio lì si è fatto male".

Su Samardzic: "Buono, se non ottimo. Lui ha sofferto una stagione particolare. Ad agosto, per giorni interi, sembrava già dell'Inter, poi a gennaio è arrivato il Napoli. Per un giovane non è facile. Forse la continuità è venuta a mancare perché lo percepivo in un certo modo: un giocatore è anche emozioni, non è che si accende o si spegne a comando. E la condizione, così come la prendi veloce, è facilissima da perdere... Ci sono stati dei periodi particolari, in cui si contavano i minuti, che poi sono diventati giorni e infine mesi. Samardzic ha un grande potenziale, le voci l'hanno condizionato ma per me può diventare speciale, un giocatore da big".

Su Bijol:"L'ho avuto la prima partita poi è stato 4 mesi fuori per infortunio. Rientrato, l'ho buttato subito dentro perché è uno che dà peso al reparto, anche nelle scelte e nella gestione, e poi è un centrocampista aggiunto in difesa oltre che un grande ragazzo".