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Udinese, Prodl: “Non ho mai giocato a porte chiuse, va contro a ciò che rende bello il calcio”

Il difensore dell'Udinese, Sebastian Prodl ha parlato della ripresa della Serie A e della sua esperienza a Udine

Redazione

Il difensore dell'Udinese, Sebastian Prodl ha parlato della ripresa del campionato di Serie A e dalla sua esperienza sino ad oggi, in Friuli. Queste le sue parole al giornale austriaco Kleine Zeitung:

Come si vive in Italia

"Ogni famiglia ha ricevuto delle mascherine dal governo. Le persone possono lasciare la casa solo per un'ora al giorno. I miei sentimenti in questo momento sono molto contrastanti. Da un lato, c'è la gioia di poter finalmente fare il lavoro che amo così tanto. D'altra parte, già mentre percorrevo il primo tunnel sulla strada del ritorno a  Udine, ho fatto un confronto deprimente. Potevo vedere la luce in fondo al tunnel, ma dovevo andare a 10 km all'ora in alcuni punti, poche macchine venivano nella direzione opposta alla mia e c'erano cantieri che rallentavano ancora di più la circolazione. Allo stesso modo penso che accadrà per il ritorno alla vita normale perchè ci sono migliaia di insidie. Stesso discorso nel calcio, per la ripresa".

Il piano della ripresa dello sport in Italia

"L'allenamento in piccoli gruppi sarà consentito dal 18 maggio. Tuttavia, è difficile per me immaginare che gli eventi calcistici saranno di nuovo organizzati in un futuro prevedibile e divertente, con tutto ciò che amiamo del calcio, con la passione e soprattutto con i tifosi sugli spalti. Adesso si studiano misure di emergenza per salvare la stagione. Ma molte domande rimangono ancora senza risposta".

Quando si riprenderà a giocare

"Quando e se si tornerà a giocare; se ci sarà l'ok del Governo; cosa succederà se si infettano dei giocatori. Non ho mai giocato a porte chiuse, è una cosa che va contro tutto ciò che rende bello il calcio. Come una conversazione con una maschera: tutte le emozioni sono ridotte al minimo".

Ha senso riprendere il campionato?

"So che c'è voglia di riprendere dopo tanti fine settimana deprimenti senza il calcio. Io sono ancora preoccupato e come me molti giocatori che temono anche per i loro cari. Anche il rischio di lesioni è estremamente elevato dopo la lunga pausa".

Come si dovrebbe procedere

"Finirei questa stagione e le competizioni europee per club entro la fine del 2020 in modo che ogni paese sia nelle stesse condizioni. Se tutto va bene, si potrebbe giocare in autunno. In primavera dovresti iniziare con un campionato nuovo. Il campionato europeo potrebbe svolgersi nell'inverno 2021, un anno prima della Coppa del mondo, che si svolge anche in inverno".

Contratti dei calciatori

"Si potrebbero prorogare i contratti automaticamente fino alla fine dell'anno. I club pagano ai giocatori lo stesso stipendio che avrebbero ricevuto entro l'estate. Sono convinto che i professionisti sarebbero tutti d'accordo. E i club avrebbero più tempo per consolidarsi: una situazione vantaggiosa per tutti".

Collasso economico del sistema calcio

"Capisco che la situazione per i club sia difficile. La mancanza di entrate a bilancio ha creato uno squilibrio economico. Non credo che il Governo stia aiutando il calcio. Ad esempio, se facciamo un paragone con la Lufthansa, questa riceve miliardi di euro in sussidi dalla Germania e dall'Austria. Ma non si sente molto di aiuti dello Stato al calcio".

E' sbagliato per te?

"Anche il calcio professionistico è un fattore economico. La Premier League paga £ 5 miliardi di tasse all'anno, assicurando centinaia di migliaia di posti di lavoro negli stadi, nei media, nella gastronomia e nel turismo. E le tasse dal calcio aiutano anche il sistema sanitario. Al momento non è opportuno richiederlo, ma penso che il calcio dovrebbe essere trattato in modo equo".

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