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Udinese, De Maio: “Gotti conosce bene il calcio. Qui mi sono trovato subito a mio agio”

Il difensore dell'Udinese, Sebastien De Maio ha parlato del suo passato, della sua carriera e della sua esperienza in Friuli

Redazione

Il difensore dell'Udinese, Sebastien De Maio ha rilasciato una lunga intervista parlando della sua carriera. L'ex Genoa ha trattato argomenti relativi al suo passato e della sua esperienza in Friuli. Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport:

Si sente bresciano a tutti gli effetti?

"Mi portò Maurizio Lombardi, avevo 19 anni, giocavo a Nancy. Brescia è diventata casa mia, ho conosciuto quella che è ora mia moglie, ho avuto due figlie, ho giocato lì per anni".

Brescia

"Sono arrivato che ero un ragazzino. A 19 anni ho esordito in B. Ma è stato fondamentale fare esperienza e Celano in C2 con Giacomo Modica, quello che poi è stato il vice di Zeman. Al Sud ho imparato a vincere le battaglie, mi sono formato. Poi sono tornato. Brescia, ho vinto la B con Iachini, stavo andando bene con Cosmi. Mi sono fatto male a una caviglia".

Genoa nel 2013

"In Italia ho conosciuto Diego Tavano che più che un procuratore è un grande fratello per me. Mi ha detto: c'è il Genoa. È un grande club, ricco di storia e tradizioni. Sono andato".

Gasperini è stato fondamentale per la sua carriera?

"Prima ho avuto Liverani. Ma, si. Gasperini è stato l'allenatore più importante che ho avuto in carriera. Non me ne vogliano gli altri, alcuni bravissimi, che ho avuto. Lui mi ha trasmesso una forza mentale incredibile. Mi ha fatto crescere sia dal punto di vista fisico che tecnico. La sensazione che hai è che ti fa arrivare alla partita preparatissimo. Da poco leggevo un'intervista del Papu Gomez. Diceva che in partita si riposa...Ovviamente, la cosa va interpretata, ma significa che in settimana col Gasp ti fai un mazzo così, fatichi tanto, ma quando entri in campo contro l'avversario sai perfettamente quel che devi fare. La medaglia la conquisti in settimana. A Genova ho passato tre anni bellissimi".

Giocare le coppe europee

"Bello, con l'Anderlecht ho rischiato di giocare la Champions, poi ho fatto l'Europa League, come a Firenze".

Dalla Fiorentina al Bologna

"Con Donadoni, dove avevo Gotti come vice, ho giocato tanto. Quando è arrivato Inzaghi ha fatto altre scelte. E a gennaio del 2019 ho pensato che era meglio cambiare aria. Mi si è prospettata la possibilità di venire a Udine e l'ho colta al volo. Mi volle l'ex DS Pradé".

Subito amore con Udine e l'Udinese

"Mi sono trovato subito a mio agio. Esco spesso con Fofana, Mandragora, Lasagna e Nestorovski. Come tutti quelli che arrivano qui. Le strutture sono di alto livello. Non devi pensare a niente. L'ambiente è ottimo, la città mi piace e la mia famiglia quando viene si trova bene".

E' tornato a Brescia, invece, durante la pandemia?

"Si, per un po'. Ma ho avuto la fortuna di potermi allenare al Touring di Coccaglio perché è di un amico che mi ha concesso questa grande opportunità".

Ora l'Udinese, e si riparte con la Serie A

"Sarà un altro campionato. L'obiettivo è la salvezza".

Buona difesa quella bianconera, nove volte clean sheet

"Il segreto è uno solo: tenere gli avversari il più possibile lontani dall'area. Comunque abbiamo un buon nucleo. Nuytinck ha esperienza, Becao si è integrato, Troost-Ekong conosce sempre meglio la A".

Gotti piace anche a lei? Già lo conosceva

"È uno che conosce bene il calcio. Ha idee precise, guida il gruppo, parla poco e quel che dice ti entra in testa".

Futuro, non vuole muoversi da Udine?

"Assolutamente no. Sto benissimo. Mi hanno fatto sentire importante. Spero solo che la società sia contenta di me".

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