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La priorità di Kuzmanovic: “Uscire dalla crisi”

Il centrocampista dal doppio passaporto svizzero e serbo è già concentrato sulla prossima sfida con il Napoli: "Ci attende una partita difficile, dobbiamo ripartire dai primi 60 minuti con il Sassuolo". In una lunga intervista esclusiva "Kuz"...

Castellini Barbara

Svizzera, Serbia, Germania, Italia: nel dna di Zdravko Kuzmanovic c'è un mix d'Europa e di sfumature che ne fanno un giocatore particolarmente duttile e prezioso. In una lunga intervista concessa in esclusiva a MondoUdinese.it, il centrocampista serbo-svizzero classe '87 ha commentato l'attuale momento che sta attraversando l'Udinese, ma anche i tragici fatti di cronaca che ci hanno investito nei giorni scorsi e la situazione del calcio internazionale, rivelando inoltre molti dettagli che riguardano la sua vita privata e i suoi sogni nel cassetto.

Sì, abbiamo giocato molto bene i primi 60 minuti, potevamo chiudere prima la partita perché avevamo avuto le occasioni per fare la seconda e terza rete. Dopo il gol è normale che subentri la paura e cominci a temere che gli avversari passino in vantaggio. Questo è un momento non è facile. Negli ultimi trenta minuti non hanno più spinto come nel resto dell'incontro.

Una cosa è certa, però, l'arrivo di De Canio ha portato entusiasmo nella squadra, a livello mentale siete sembrati più liberi rispetto le giornate precedenti...

E' normale che quando cambi allenatore alla prima gara trovi maggiori stimoli. Sicuramente dobbiamo ripartire da quei 60 minuti contro il Sassuolo, se riusciamo a mantenere quell'intensità per 90 minuti sarà difficile batterci. Abbiamo giocatori di qualità che possono risultare determinanti.

Purtroppo, però, il buon pareggio a Reggio Emilia non ha portato vantaggi alla classifica, che ora vi vede a solo tre lunghezze dal Palermo terzultimo. E il calendario non è dei migliori: Napoli, Sampdoria, Fiorentina e Inter, quale sarà la sfida-chiave?

Noi dobbiamo assolutamente guardare partita per partita. Ora ci aspetta la gara con il Napoli, che sarà molto difficile, dobbiamo concentrarci solo su questa prossima sfida, poi penseremo ai prossimi avversari.

Intanto a due mesi dal suo arrivo a Udine, come giudica la sua esperienza bianconera?

Conosco bene il campionato italiano e conoscevo alcuni compagni, che ho affrontato come avversari in passato. Sicuramente sto bene qui, però questo è un momento non facile, vista la classifica. Spero davvero che presto usciremo da questa situazione, perché quando ci sono i risultati tutto diventa più semplice e stai meglio.

A livello di condizione, sta ritrovando la forma migliore?

Credo di sì, finora ho giocato quasi tutte le partite. Mi sto trovando sempre meglio e questo è importante.

E' stata una notizia terribile. In questo momento è difficile muoversi, perché il primo pensiero è "e se succedesse qualcosa?". Queste stragi oltre a provocare vittime innocenti, ti condizionano nel quotidiano. Eravamo già rimasti colpiti dagli attentati di Parigi... ora anche Bruxelles... tutto questo non dovrebbe succedere, ma il mondo sta andando verso questa direzione ed è difficile cambiare.

Secondo lei, in situazioni di tensione come queste come si deve comportare il mondo del pallone? Sarebbe più giusto fermarsi per i rischi legati alla sicurezza o andare avanti, non lasciandosi travolgere dagli eventi?

Credo che sia giusto concentrarci sul nostro lavoro e basta. Non puoi pensare che può succedere, c'è tanta sicurezza e dobbiamo fidarci di chi la salvaguarda. Noi calciatori dobbiamo solo pensare a scendere in campo, chiunque in questo momento può essere colpito ovunque, nessuno di noi può cambiare la situazione. L'unica cosa che mi sento di dire è che mi dispiace per tutti coloro che hanno perso i loro cari negli attentati... Europei a porte chiuse? Non credo sia una soluzione. La gente vuole godersi le partite, andare allo stadio, divertirsi. Non sarebbe giusto "spegnere" questo spettacolo. Spero che in Francia vengano adottate le misure adeguate per garantire il massimo della sicurezza agli spettatori, anche se non si può stare veramente tranquilli.

Nello spogliatoio avete affrontato queste tematiche?

Certo. Quando abbiamo appreso la notizia tutti ci siamo interrogati su quanto fosse accaduto. Sono brutti momenti... ognuno di noi si augura di non vivere certe situazioni. Ci sono troppe famiglie spezzate in tutto il mondo. Però ripeto è difficile cambiare ciò che sta avvenendo, ci stanno provando, ma questi fatti si stanno ripetendo.

Restiamo in tema internazionale, ma torniamo al calcio giocato. Qual è attualmente lo stato di salute del calcio serbo?

La Serbia continua a essere un bacino di buoni giocatori, ci sono diversi talenti interessanti. Però in questo momento le cose non vanno benissimo (la Serbia non si qualifica agli Europei dal 2000 e ha saltato anche i Mondiali in Brasile, ndr). Speriamo che la situazione migliori. A livello di individualità però ci sono diversi calciatori di qualità.

Qualcuno, tra i giovani, da segnalare all'Udinese?

Difficile rispondere. Lo scorso anno la nazionale Under 20 serba ha vinto i Mondiali di categoria in Nuova Zelanda e subito tutti i ragazzi sono stati ingaggiati dai club di primissima fascia.

La Crvena Zvezda (Stella Rossa Belgrado, ndr) è la squadra che mi piace di più, anche se la mia famiglia non è originaria di Belgrado. Ci sono stati tanti giocatori importanti... Credo che Dejan Stankovic abbia fatto molto bene.

Dalla Coppa de Campioni vinta dalla Stella Rossa nel '91 a Bari, quando ancora esisteva la Jugoslavia, a oggi, quanto è cambiato il calcio serbo?

E' cambiato molto. In questo momento la crisi finanziaria sta provocando gravi conseguenze. Ci sono squadre che non possono più giocare in Europa... La Crvena Zvezda, per esempio, ha vinto il campionato 2013-2014 conquistando l'accesso al terzo turno di Europa League per la stagione successiva, ma non ha potuto partecipare per violazioni alle normative Uefa. Ciò vuol dire che i problemi sono gravi, speriamo vengano risolti in tempi rapidi.

Lei è nato e cresciuto in Svizzera dove ha indossato le maglie di Young Boys e Basilea, ma ha vestito anche la casacca della nazionale Serbia e di club italiani quali Fiorentina, Inter e, ora, Udinese intervallate da un'esperienza di quattro anni in Germania, a Stoccarda. Ma se le dicessero che può firmare un contratto con qualsiasi club lei desideri, quale sceglierebbe?

Il mio sogno sarebbe giocare al Real Madrid, ma ormai sono troppo vecchio (ride, ndr). Ho avuto la fortuna di giocare già in squadre importanti, sono soddisfatto delle esperienze che ho fatto e sono contento di essere qui ora, non penso più ad altre destinazioni.

Tra poco più di due mesi comincerà l'Europeo: qual è la squadra favorita?

La Germania. Penso che abbiano i giocatori più forti in questo momento e anche per come giocano sono superiori a tutti.

Può darsi che, se non fossi diventato calciatore, avrei potuto cimentarmi nel basket. Mi piace molto guardarlo, dopo il calcio è il mio sport preferito, assieme al tennis. Seguo da tempo i Miami Heat, sono andato a vederli un paio di volte, quando giocava LeBron James. Nel tennis, invece, mi piace molto Novak Djokovic, ma anche Roger Federer perché l'ho conosciuto quando avevo 17 anni a Basilea, sono sempre contento quando vince. Però ora penso solo al calcio, questo è un momento difficile e vogliamo superarlo al più presto. La mia testa è al cento per cento concentrata sull'Udinese.

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Infine, recentemente MondoUdinese.it e GazzettaTv hanno pubblicato un suo video mentre canta... era un "live" o un playback?

Era uno scherzo, mi ha sorpreso che sia stata ripresa così... Comunque era in playback, io non canto benissimo (ride, ndr).

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